Continua l’export incessante di animali vivi verso le zone di guerra come Libano e Israele, aree ad altissimo rischio non solo per la popolazione locale ma anche per gli animali, sottoposti ogni giorno a una costante e drammatica crisi.
Diversi Stati membri tra cui Irlanda, Romania, Croazia, Slovenia, Ungheria e Lituania costringono mucche e pecore vulnerabili a viaggiare in questa zona di guerra, senza alcuna cura dei rischi a cui vengono sottoposti anche gli animali. Arrivati in queste zone subiscono gli effetti di razzi, attacchi aerei e maltrattamenti da parte di lavoratori portuali e operatori.
In particolare alcune associazioni hanno documentato le problematiche relative ai lunghi viaggi verso il porto più grande di Israele, Haifa: i trasporti causano gravi effetti sulla salute degli animali, come malattie respiratorie, ulcere, ferite alle gambe, cinetosi e stress da calore. La loro sofferenza non fa che amplificarsi all’arrivo in Israele, poiché dal porto di Haifa – situato a circa 40 km dal confine con il Libano – gli allevamenti adibiti alla quarantena e all’ingrasso sono sottoposti quotidianamente a raffiche di razzi.
Secondo quanto riportato dai media israeliani e internazionali, nelle ultime settimane un certo numero di allevamenti del settore lattiero-caseario nei pressi di Haifa sono stati colpiti da missili, uccidendo un gran numero di vacche. Inoltre, le condizioni di scarsa sicurezza e terrore attorno al porto stanno costringendo i lavoratori a usare pungoli elettrici per far scendere gli animali dalle navi il più rapidamente possibile con grave sofferenza ulteriore per gli animali coinvolti. Un commercio già crudele e anacronistico che, a maggior ragione in una condizione di guerra, va immediatamente fermato.
Dall’inizio della guerra sono state registrate oltre 100 spedizioni di bovini e ovini dall’Europa a Israele e gli animali hanno continuato a essere esportati comunque in Libano da quando la guerra si è estesa anche a quella zona.
Eurogroup for Animals, in collaborazione con Ethical Farming Ireland e altre otto ONG, ha ora inviato una lettera alla Commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, esortandola a sospendere tutte le esportazioni di animali vivi verso Israele e Libano con effetto immediato.
“Come membri attivi di Eurogroup for Animals ci uniamo alla richiesta fatta alla Commissione europea: è fondamentale bloccare questi trasporti via nave, da sempre estremamente problematici per gli animali ma ora ancora più critici a causa della terribile guerra in Israele e Libano. È ora di mettere fine a questi trasporti crudeli, che espongono anche gli operatori locali a ulteriori rischi con gravi ripercussioni sulla sicurezza umana e sul maltrattamento degli animali” dichiarano Animal Equality, Animal Law Italia, CIWF Italia, Essere Animali e LAV.