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Verona: sostenibilità ambientale e sociale,

Martedì 17 dicembre, presso Il posto delle idee a Verona, si è tenuto l’evento “Sostenibilità ambientale e sociale: strategie per un approccio integrato”, un confronto ricco e stimolante sulle sfide e le opportunità legate alla sostenibilità e alla parità di genere. 

Voci autorevoli dal mondo delle istituzioni, delle imprese e della ricerca hanno offerto una preziosa occasione di riflessione e condivisione di esperienze sulla sostenibilità ambientale e sociale e sulla parità di genere, temi chiave per il futuro delle imprese e della comunità.

L’evento, organizzato da Rete Doc, la più grande rete di professionistə che operano nel settore dello spettacolo e dell’industria culturale e creativa, ha riunito in un dialogo aperto espertə del settore, accademicə e rappresentantə delle istituzioni, mettendo in evidenza strategie innovative per integrare ambiente, equità sociale e sviluppo economico.

Ad aprire il confronto, Demetrio ChiappaPresidente di Rete Doc, che ha voluto sottolineare l’impegno e i traguardi raggiunti nel percorso intrapreso verso obiettivi concreti di sostenibilità: “È stato un anno in cui Doc ha rinnovato il suo impegno nel promuovere la sostenibilità in tutte le sue forme. In un contesto globale sempre più consapevole dell’urgenza di affrontare le sfide ambientali, sociali ed economiche, abbiamo rafforzato il nostro impegno per diventare un’organizzazione sempre più sostenibile e responsabile.”

La parità di genere come motore di sviluppo sostenibile

Il primo panel, moderato da Cinzia Inguanta, giornalista e Direttrice de L’Altro Femminile, ha esplorato la parità di genere come pilastro fondamentale dello sviluppo sostenibile, una priorità perseguita da Rete Doc già da diverso tempo. Questo impegno è stato concretizzato con l’ottenimento, a luglio 2024, della certificazione di parità di genere per le principali realtà della Rete, le cooperative Doc Servizi, Doc Creativity e Doc Educational.

Il panel ha riunito espertə provenienti dai mondi accademico, istituzionale e cooperativo, che hanno approfondito temi centrali quali la giustizia sociale, la lotta agli stereotipi e il ruolo cruciale di un linguaggio inclusivo nel prevenire la violenza di genere e nel promuovere una società più equa e rispettosa.

Ad aprire il dialogo, Marco Omodei Salè, Responsabile Innovazione di CSQA il quale, a partire dai dati del Global Gender Gap Report 2024 ha evidenziato le ampie disparità presenti oggi, in termini di divario di genere, e sottolineato l’importanza della certificazione come leva per una nuova cultura aziendale e sociale. Ha affermato: “La certificazione, tramite la Prassi di Riferimento PdR 125:2022, rappresenta uno strumento concreto per adottare politiche di equità nelle aziende. Favorisce una cultura di inclusività e vantaggi come la differenziazione dell’immagine aziendale e l’integrazione con la gestione ambientale e della sicurezza. Inoltre, consente di accedere a incentivi, come l’esonero dai contributi previdenziali per le aziende che raggiungono la parità di genere.”

Come organizzazione, abbiamo fortemente voluto intraprendere il percorso della certificazione di genere, poiché il raggiungimento della parità è un pilastro fondamentale della nostra cultura aziendale“, ha poi dichiarato Daniela Furlani, Presidente di Doc Creativity e responsabile delle politiche di parità di genere per Rete Doc. “Da sempre promuoviamo attivamente l’uguaglianza e l’inclusione, creando un ambiente equo e rispettoso affinché ogni individuo possa esprimere il proprio potenziale senza discriminazioni.” Nel suo intervento, Furlani ha presentato dati allarmanti sul gender gap in vari settori culturali in Italia, evidenziando la bassa rappresentanza femminile. Ha affermato: “Nel settore cinematografico, solo il 15% dei film italiani sono diretti da donne, e la situazione nel mondo musicale non è migliore, con le donne che costituiscono solo il 27% degli artisti e una percentuale ancora più bassa tra compositrici e produttrici. Questi dati sono sintomi di un sistema che non funziona, limitando la libertà delle donne nel fare il lavoro che amano e nell’avere autonomia finanziaria.” Furlani ha concluso il suo intervento valorizzando tre aspetti fondamentali sui quali Rete Doc ha investito per favorire l’inclusione: formazionelinguaggio e rete. “La formazione è essenziale per combattere gli stereotipi di genere e aprire nuove opportunità, il linguaggio che utilizziamo modella la nostra percezione della realtà, mentre fare rete, come nel sistema cooperativo, permette di condividere buone pratiche e accelerare il cambiamento verso l’equità.”

Beatrice Verzé, Consigliera Pari Opportunità del Comune di Verona, ha poi sottolineato la necessità di riportare la parità di genere al centro dell’agenda politica, invitando le amministrazioni locali ad attuare iniziative concrete volte ad affrontare il gender gap e l’inclusione sociale: Cultura, formazione, volontà politica e investimenti economici devono procedere insieme. Le istituzioni hanno grandi responsabilità, ed è compito della politica contrastare la disparità di genere. Dobbiamo pretendere, da chi ci governa, meno parole e più azioni concrete: serve una volontà politica chiara per costruire città sostenibili e inclusive”.

Nel plasmare la realtà e influenzare percezioni e comportamenti, è intervenuta Ludmilla Bazzonifilosofa e consigliera della Cooperativa Azalea Verona, la quale ha sottolineato l’importanza del linguaggio: “La lingua non è di per sé sessista, ma lo è l’uso che ne facciamo. Stereotipi, dissimmetrie e bias rinforzano ruoli arbitrari e generano discriminazioni. Superare questi meccanismi è fondamentale per promuovere la parità di genere e combattere fenomeni come la violenza e le molestie, anche nei luoghi di lavoro.”

Sostenibilità sociale e ambientale: un binomio indispensabile per il futuro

Il secondo panel, moderato dal giornalista Aldo Macchi, ha esplorato invece il legame indissolubile tra sostenibilità sociale, ambientale ed economica, evidenziando come un approccio integrato possa rappresentare una leva strategica per l’innovazione e lo sviluppo delle imprese. 

Fabio Fila, Presidente di STEA Coop, ha sottolineato: “La sostenibilità non è solo ambientale, ma è, e deve essere, integrata: sociale, economica e ambientale insieme. Questo approccio olistico è essenziale per affrontare le sfide del nostro tempo e promuovere uno sviluppo realmente sostenibile. Rete Doc, con il suo modello cooperativo, lavora ogni giorno per contribuire a diversi obiettivi dell’Agenda 2030, mettendo al centro il lavoro dignitoso, la parità di genere e la riduzione delle disuguaglianze.”

A questa visione si è legato Paolo De Biasi, Presidente Vicario Assomusica, STS: Socialmente e tecnologicamente sostenibili, il quale ha affrontato i temi nel settore dello spettacolo: “La sostenibilità nel nostro settore deve abbracciare sia la dimensione ambientale, attraverso azioni come il riutilizzo di materiali scenografici, l’uso di materiali compostabili e la digitalizzazione, sia quella sociale, con un focus su inclusione e accessibilità. È fondamentale affrontare temi come la trasparenza delle piattaforme di ticketing, le politiche di prezzo e l’accoglienza degli spettatori con disabilità, promuovendo un approccio che renda davvero inclusivi gli eventi culturali.”

Paola Morello, BD Manager di STS, ha invece esplorato l’ambito del brand entertainment sottolineando: “fare brand attraverso la sostenibilità è possibile, ma richiede impegno e attenzione per evitare il greenwashing. La sostenibilità fa bene al pianeta e alla società, ma ha un costo e questo va visto come un valore e non come una perdita economica. Oggi i brand chiedono eventi sostenibili, ma con budget ridotti: una sfida che richiede visione e innovazione. In STS l’attenzione alla sostenibilità è parte del nostro DNA, un percorso che richiede fatica e un cambio generazionale per costruire un futuro più responsabile e inclusivo”.

Un esempio di impegno concreto è stato fornito da Nicola Frison, Docente di impianti Chimici e Bioprocessi al Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, il quale ha sottolineato: “L’Università gioca un ruolo chiave nella transizione ecologica attraverso la formazione, la ricerca e l’adozione di buone pratiche. Da tempo, in Ateneo puntiamo a ridurre l’impatto ambientale attraverso azioni concrete come l’efficienza energetica, la gestione sostenibile delle risorse idriche e dei rifiuti, la mobilità green e la valorizzazione degli spazi verdi, integrando innovazione e responsabilità sociale.”

Chiara Martinelli di Legambiente   ha concluso il panel evidenziando le principali certificazioni in ambito ambientale, tra cui la certificazione per chi si impegna nel ridurre l’impatto ambientale degli eventi. ” La certificazione Ecoevents si propone di premiare i fornitori che adottano soluzioni sostenibili, in linea con i Criteri Ambientali Minimi (CAM) definiti dal Ministero della Transizione Ecologica – ha dichiarato Martinelli – Gli eventi sostenibili non solo riducono i consumi energetici e le emissioni di CO2, ma promuovono anche l’uso di risorse rinnovabili e la gestione circolare dei rifiuti. L’obiettivo è sensibilizzare il pubblico e i fornitori sull’importanza della sostenibilità ambientale e sociale.'”

Rete Doc: certificazioni e impegno concreto per un futuro sostenibile

L’evento si è concluso con la consegna delle targhe di riconoscimento per l’impegno sul tema della parità di genere. Un risultato che si inserisce in un quadro più ampio di azioni concrete a favore della sostenibilità, come la scelta di acquistare alberi in aree soggette a deforestazione e il sostegno a iniziative volte a migliorare il benessere aziendale.

Attraverso il confronto di idee, esperienze e visioni, l’incontro ha posto le basi per un futuro più consapevole, dimostrando come fare rete e valorizzare il ruolo di operatrici e operatori culturali sia la chiave per promuovere opportunità innovative, sostenibili e soprattutto di crescita. 

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