Mediterranews

Ollastra: marchio IGP europeo per proteggere le produnzioni artigianali sarde dell’artistico e tradizionale

 Un marchio IGP europeo per proteggere le produzioni artigianali sarde dell’artistico, tipico e tradizionale. Il nuovo regolamento Comunitario presentato a Ollastra (OR) alle imprese artigiane sarde. Nell’Isola solo 2 imprese hanno avviato il processo di certificazione. Marco Franceschi (Confartigianato Oristano): “Strumento che garantisce e valorizza le produzioni Made in Italy e Made in Sardegna. Obiettivo: promuovere le associazioni dei produttori”.

 

Dal prossimo 1° dicembre anche le eccellenze dell’artigianato artistico, tipico e tradizionale Made in Sardegna e Made in Italy saranno ancora più tutelate e protette dal un nuovo marchio di qualità europeo Indicazione Geografica Protetta (IGP), un riconoscimento finora riservato ai soli prodotti agroalimentari, indispensabile anche contro le contraffazioni e falsificazioni dei prodotti. Però, a oggi, sono soltanto 2 le imprese sarde che hanno depositato il disciplinare per il futuro riconoscimento. 

Del nuovo regolamento Comunitario si è parlato nella tavola rotonda dal titolo “Mani antiche e Cuori moderni: l’artigianato da riscoprire. Certificare il pregio: tradizione, innovazione e futuro dell’artigianato sardo”, organizzata dal Comune di Ollastra (OR), e moderata dalla giornalista Simona Scioni, nell’ambito delle iniziative della “Fiera di San Marco”, alla presenza, tra gli altri, del Sindaco del Comune, Osvaldo Congiu, del Segretario di Confartigianato Oristano, Marco Franceschi, dei Funzionari dell’Assessorato Regionale dell’Artigianato, Sarà Olla e Raimondo Mandis, del Dirigente della Camera di Commercio di Cagliari-Oristano, Stefano Carta, del Funzionario di Confartigianato Nuoro, Francesco Frau, dell’artigiano orafo di Fonni, Raffaele Pirisi e di numerosi altri artigiani dell’artistico, tipico e tradizionale provenienti da tutta la Sardegna.

Dal prossimo dicembre, quindi, anche le imprese artigiane sarde dell’artigianato artistico, tipico e tradizionale, avranno l’opportunità di tutelare i propri prodotti e di veder riconosciuta la specificità valoriale delle lavorazioni, presentando una domanda di registrazione di Indicazione Geografica Protetta (IGP).

Dai tappeti di Sarule ai cestini di Castelsardo, dalle fedi di Fonni alla ceramica di Oristano o Assemini, non dimenticando i coltelli di Pattada e Arbus, ma anche le maschere in legno di Mamoiada, la selleria di Santu Lussurgiu, i tappeti e gli arazzi di Fonni, solo per fare qualche esempio, potranno accedere a questa nuova forma di protezione, valida in tutta l’Unione Europea.

La novità, introdotta dal Regolamento (UE) 2023/2411, amplia lo storico sistema di tutela delle indicazioni geografiche, estendendolo per la prima volta a quei manufatti la cui qualità, reputazione o caratteristiche sono fortemente legati a un’origine geografica specifica.

Confartigianato Sardegna ha ricordato come, per poter beneficiare della registrazione IGP, i prodotti dovranno rispettare tre requisiti fondamentali: essere originari di un luogo, una regione o un Paese specifico; possedere una qualità, reputazione o altra caratteristica essenzialmente attribuibile alla loro origine geografica; prevedere che almeno una fase della produzione avvenga nella zona geografica delimitata.

Su tale attività c’è anche l’interessamento concreto della Giunta Regionale che, su proposta dell’Assessore Regionale dell’Artigianato, Franco Cuccureddu, ha destinato 750 mila euro a favore delle imprese regionali operanti nel settore dell’artigianato per il conseguimento delle certificazioni di qualità e di certificazioni e patentini necessari per lo svolgimento di attività specialistiche per l’implementazione di percorsi finalizzati al riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP).

Artigianato e agricoltura sono due settori molto importanti e uniti dalla tradizione ma anche dalla voglia di innovare – ha detto Osvaldo Congiu, Sindaco di Ollastraper questo siamo in attesa di conoscere in modo approfondito le direttive che regoleranno la legge per l’artigianato che ridarà energia a questo comparto”.

Questo incontro con i Comuni, le Autorità e le imprese – ha affermato Marco Franceschi, Segretario di Confartigianato Oristanoha avuto come obiettivo di informare gli artigiani per accompagnarli verso l’adozione della nuova tutela, che consentirà di promuovere la qualità delle produzioni locali, valorizzare il legame tra prodotto e territorio, stimolare l’economia anche delle aree interne e rafforzare la presenza dei prodotti sui mercati internazionali”. 

Infatti, l’iscrizione delle IGP artigianali nel registro dell’Atto di Ginevra dell’accordo di Lisbona, gestito dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI), consentirà una protezione estesa anche nei Paesi terzi.

Con questo nuovo strumento avremo, finalmente, un riconoscimento giuridico e commerciale delle competenze tradizionali e dell’identità culturale dei territori – ha continuato Franceschi che garantirà trasparenza e qualità ai consumatori e contribuirà in modo concreto alla difesa del Made in Italy e Made in Sardegna”. L’artigianato tipico e tradizionale della Sardegna, pur rappresentando solo una parte di tutto il comparto produttivo – ha aggiunto il Segretario di Confartigianato Oristano raffigura l’immagine vera e propria della cultura e delle radici dell’Isola”. “Il settore, però, ha due punti dolenti: le circa 1500 “entità” non regolari, non registrate alle Camere di Commercio, e il “falso”, circa il 50% dei prodotti non è di produzione regionale – ha proseguito – in 5 anni sono arrivati in Sardegna oltre 27 milioni di euro di prodotti contraffatti (la maggior parte oreficeria)”.L’artigianato artistico, inoltre, costituisce un grande patrimonio culturale ed economico e rappresenta nel mondo l’emblema del gusto, della creatività, dell’unicità del made in Sardegna – ha sottolineato – il “fatto ad arte sardo”, per la sua capacità di essere pezzo unico e su misura è per la nostra regione un’enorme risorsa creativa e reattiva contro l’omologazione del gusto indotta dalla globalizzazione e rappresenta la difesa della memoria, dell’identità e della diversità”. 

Confartigianato Sardegna ha sempre evidenziato come sia necessario, soprattutto, intensificare le attività di formazione e informazione alle imprese a ai consumatori sui danni provocati dalla contraffazione, sulla difesa della proprietà intellettuale e industriale, sulla tutela del made in Italy e made in Sardegna. 

La nuova norma europea è utile perché consentirebbe una chiara e inequivocabile identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni – ha ricordato il Funzionario di Confartigianato Nuoro, Francesco Frauperché il mondo cerca i prodotti fatti in Italia e in Sardegna, i consumatori sono disposti a pagare un “premium price” pur di avere un prodotto fatto a regola d’arte”. Frau ricorda anche come nell’Isola solo 2 imprese, l’orafo Pirisi di Fonni e la Studio Pratha di Sarule, abbiano depositato presso le CCIAA il disciplinare per il futuro riconoscimento dell’IGP No Food. 

Il nuovo quadro giuridico rappresenta il primo passo verso una protezione più solida dei prodotti artigianali sardi e del resto d’Italia – ha proseguito Frau – nel manifatturiero artigiano no food della Sardegna lavorano 6.850 imprese artigiane che, con i loro 13.942 addetti, realizzano, prevalentemente con tecniche manuali ad alto contenuto professionale, manufatti tradizionali di altissima qualità e di elevato valore estetico, che meritano, di certo, la protezione che sarà data dall’Indicazione Geografica”. Quindi, le indicazioni geografiche rappresentano un sistema di protezione dei diritti di proprietà intellettuale per specifici prodotti, la cui qualità è strettamente legata all’area di produzione in cui vengono realizzati. Il nuovo regolamento garantirà la qualità e l’autenticità dei prodotti venduti all’interno dell’Unione Europea”. Per questo Confartigianato Nuoro è attiva nella valorizzazione dell’artigianato artistico anche attraverso la creazione di associazioni di produttori accomunate dall’obiettivo di tutelare i vari prodotti. 

Queste nuove norme verranno introdotte per impedire che qualcuno possa sfruttare gratuitamente il lavoro di alta qualità dei veri produttori di una vasta gamma di prodotti artigianali e industriali – ha concluso il Funzionariocosì come avvenuto, con successo sino ad oggi, limitatamente alla protezione delle indicazioni geografiche riguardanti vini, bevande alcoliche, prodotti alimentari e altri prodotti agricoli”.

Dobbiamo aiutare le imprese artigiane a essere, sempre più, il tessuto connettivo dell’Isola – ha affermato il Rappresentante dell’Assessorato regionale dell’Artigianato, Raimondo Mandise dobbiamo aiutarle a conquistare il successo anche all’estero attraverso le tante missioni imprenditoriali che la Regione organizza in ogni Paese del Mondo. La prossima sarà a Osaka, in Giappone, per l’EXPO 2025”. “L’impegno della Regione per il comparto artigiano c’è tutto – fa eco la collega Sara Ollatanto è vero che nella Finanziaria appena approvata le imprese potranno trovare 30 milioni di euro per crescere e svilupparsi, senza dimenticare i 2 milioni messi a disposizione per il passaggio generazionale, i 13 milioni per la formazione e, non ultimi, i 750mila euro per le varie certificazioni”.

Le Camere di Commercio, da tempo stanno attuando un approccio sistemico per la promozione e internazionalizzazione delle imprese – ha aggiunto il Funzionario della Camera di Commercio di Cagliari e Oristano, Stefano Carta incentivando sia il passaggio di competenze sia la cultura e l’alfabetizzazione digitale, e l’accesso ai mercati internazionali”.

Cosa prevede il Regolamento Europeo

Il Regolamento (UE) 2023/2411, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 27 ottobre 2023 ed entrato in vigore il 16 novembre 2023, sarà applicabile in tutti gli Stati membri dal 1° dicembre 2025. Il nuovo regime prevede un sistema uniforme di registrazione, protezione e controllo delle IGP per i prodotti artigianali e industriali. A differenza del settore agroalimentare, la competenza a livello europeo è affidata all’EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale), mentre la Commissione europea manterrà un ruolo solo nei casi particolari.

La procedura di registrazione si articolerà in due fasi: inizialmente, i produttori (di norma riuniti in Associazioni) presenteranno la domanda alle autorità nazionali competenti, che ne valuteranno la conformità e gestiranno eventuali opposizioni. Le richieste con esito positivo saranno poi trasmesse all’EUIPO per l’approvazione definitiva.

Elemento centrale della domanda sarà il disciplinare di produzione, che dovrà descrivere dettagliatamente le caratteristiche del prodotto, i metodi produttivi, l’origine delle materie prime e tutti gli elementi che ne giustifichino il legame con il territorio. Sarà inoltre necessaria un’autodichiarazione del produttore che attesti la conformità al disciplinare prima e dopo l’immissione sul mercato.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, di concerto con Regioni e associazioni di categoria, è attualmente impegnato nell’attuazione delle misure nazionali necessarie a garantire l’operatività del sistema, inclusa la nomina dell’autorità competente per la fase nazionale, l’adozione del regime sanzionatorio e la digitalizzazione delle procedure di deposito, esame e opposizione.

La legge 27 dicembre 2023, n. 206 (“Legge quadro per la valorizzazione, promozione e tutela del Made in Italy”) ha previsto strumenti di sostegno concreti a favore delle associazioni di produttori, incentivando l’associazionismo e l’elaborazione dei disciplinari. In particolare, l’articolo 46 della legge ha introdotto un contributo economico per coprire fino all’80% delle spese sostenute per consulenze tecniche finalizzate alla stesura del disciplinare, fino a un massimo di 30.000 euro per ciascun beneficiario. Il relativo bando, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 176 del 29 luglio 2024, è stato gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con fondi assegnati fino al 31 ottobre 2024.

Exit mobile version