Scienze e Tecnologia

Sclerosi Multipla: la CCSVI di Zamboni fu scoperta già trentasei anni fa?

Dopo la pubblicazione sulla rivista medica Functional Neurology del clamoroso studio polacco coordinato dal Dr. Marian Simka, secondo il quale le patologie venose sono risultate essere fortemente associate alla sclerosi multipla anche se rimane da stabilire la rilevanza clinica di questo fenomeno, il Dr. Giampiero Avruscio, primario angiologo dell’Ospedale S. Antonio di Padova, ci ha segnalato due interessanti pubblicazioni che risalgono al 1976 (!) dove alcuni ricercatori francesi fecero delle scoperte molto simili a quella di Simka, che però in 35 anni anni non hanno mai suscitato l’interesse dei neurologi.

In un primo studio pubblicato nel 1976 su Acta Radiologica dal team del Dr. J. Aboulker di Parigi (Francia) ed intitolato “Ipertensione venosa intraspinale causata da anomalie multiple del sistema cavale. Una delle principali cause di mielopatie” secondo gli autori l’aumento della pressione venosa intraspinale viene descritta come una malattia del sistema venoso, causa di numerose paraplegie e di inspiegabili e tetraplegie. La stasi venosa cronica nei plessi intraspinali, nei quali viene scaricata la circolazione del midollo spinale, è dovuta all’associazione di anomalie multiple (stenosi, compressioni, trombosi) sulle vie principali del sistema cavale e dell’azygos. Le anomalie, molte delle quali non sono conosciute, sono dimostrate da una procedura particolare, la flebografia cavo-spinale, ed alcune di esse possono essere sottoposte a chirurgia.


Nel secondo studio, pubblicato nel 1976 su Acta Radiologica dal team del Dr. H. Leriche di Parigi (Francia) ed intitolato “Flebografia cavo-spinale nelle mielopatie. Stenosi delle vene giugulari interne ed azygos, compressioni venose, trombosi” ad avviso degli autori l’aumento della pressione venosa intraspinale, secondo Aboulker risultante in numerose paraplegie spastiche e tetraplegie, è dovuta ad anomalie venose multiple dimostrate dalla flebografia cavo-spinale. Le più frequenti sono stenosi delle vene giugulari interne, la renale di sinistra, la vena iliaca sinistra, le vene azygos e compressioni dei tronchi venosi anonimi. Queste alterazioni causano una stasi permanente nei plessi intraspinali tramite alimentazione eccessiva o drenaggio insufficiente. Su 80 pazienti, il 60% aveva almeno due anomalie, il 38% almeno tre anomalie.


A questo punto continuare a negare anche la sola esistenza delle malformazioni venose nei malati di sclerosi multipla non ha davvero più alcun senso e recentemente ha suscitato clamore la posizione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) che, relativamente al proprio studio diagnostico Cosmo, ha comunicato ai media che “a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati”.
A questi medici faremo leggere la storia del “Riflesso di Semmelweis”, un medico ungherese dell’Ottocento che, dopo aver fatto un’importante scoperta scientifica, venne duramente osteggiato dai suoi colleghi.

Fonti:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/207125
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/207127

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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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2 Commenti

  1. Ottimo articolo…spero che un giorno qualche magistrato faccia luce e condanni tutti coloro che hanno e stanno affossando questa strepitosa scoperta che sconfiggerà la sclerosi multipla.

  2. ottimo articolo, e grazie per i riferimenti 😀
    per chi però volesse arretrare oltre nel tempo, volume 40, issue s10, di ‘acta neurologica scandinavica’, pubblicato nel 2009:
    torben fog, ‘on the vessel-plaque relationships in the brain in multiple sclerosis’, 1-9-6-4…
    … o ‘retinal veins in multiple sclerosis’, studio del 1965, sempre di t. fog, ritrovato in una sua ‘letterina’ pubblicata il 13 gennaio 1973…
    … ma questo significherebbe farsi ulteriormente male, al pensiero dei tanti anni persi, in ‘nome della scienza e della ricerca’… ;o)

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