Società

Bosa Marina: la GdF porta alla luce una àncora litica

Sardegna, un importante ritrovamento archeologico  a cura della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Alghero. Sembrava una banale pietra rozzamente scolpita, invece si e’ rivelata un reperto di notevole valore storico ed archeologico. Nelle acque di Bosa Marina, piccola località turistica in provincia di Oristano è stato  riportato alla luce, una preziosa ancora litica a gravita’ della tipologia enea del peso di circa 50 chili, risalente presumibilmente all’era preistorica, quando i naviganti cominciavano ad industriarsi per conferire all’ancora di pietra una forma appropriata con l’aggiunta di elementi, per lo piu’ di legno, capaci di esercitare una certa presa sul fondale. Il peso variava da 50 a 100 kg toccando in casi eccezionali i 600 kg.


Le Fiamme Gialle, coordinate dal tenente Francesco Sancineto, in collaborazione con il Nucleo Sommozzatori della Stazione Navale di Cagliari, hanno immediatamente raggiunto il punto esatto segnalato in precedenza dal titolare del “Diving Malesh” di Bosa che aveva notato per caso l’antico manufatto. Cosi’, attraverso l’impiego delle motovedette e dei sub del Corpo, e’ stata attivata dapprima una ricognizione del fondo marino, poi i finanzieri hanno portato a termine il delicato recupero dell’ancora litica. Il prezioso reperto storico e’ stato quindi mostrato ai responsabili della Sovrintendenza Archeologica di Sassari per le verifiche relative all’esatta datazione.  Per ora sembra si tratti di una i PF3 (pietre forate 3) ovvero àncore create con delle lastre di pietra di varie forme geometriche, per lo più trapezoidali, con tre fori, in un foro poi veniva inserita la cima vegetale per collegamento alla nave.Le i PF3 erano in uso intorno al  2° millennio a.C.

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