Salute

Sclerosi Multipla: dagli USA un’importante conferma per il Metodo Zamboni

E’ stato pubblicato sul sito della prestigiosa rivista medica “Journal of Vascular and Interventional Radiology” (JVIR) un interessante studio intitolato “Miglioramento clinico dopo venoplastica extracranica nella sclerosi multipla“.

Secondo gli autori, coordinati dal dr. David Hubbard, lo studio proponeva di valutare in modo prospettico i cambiamenti clinici e di sicurezza nel trattamento endovascolare ambulatoriale nei pazienti con sclerosi multipla (SM) e insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI).

Sono stati osservati 259 pazienti con SM mediante la scala di impatto della sclerosi multipla (MSIS-29) prima e dopo 1 e 6 mesi dal trattamento delle stenosi ed occlusioni extracraniche della vena giugulare interna e della vena azygos utilizzando l’angioplastica venosa, nonché il posizionamento di stent nel 2,5% dei pazienti. Prima del trattamento, i pazienti erano stati testati con la venografia a risonanza magnetica (RM) e la quantificazione del flusso.


Sono stati riscontrati miglioramenti statisticamente significativi nei punteggi della scala MSIS-29 (P <.01) sia dopo 1 e 6 mesi. A 1 e 6 mesi, erano migliorati nella scala fisica rispettivamente il 67,9% e il 53,6% mentre erano migliorati nella scala psicologica rispettivamente il 53,0% e il 44,4%. Le donne hanno mostrato un miglioramento maggiore rispetto agli uomini nella scala fisica a 6 mesi (P = .01). I pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva (SMPP) hanno mostrato un minore miglioramento rispetto a quelli con sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR) sulla scala psicologica a 1 mese, e il trattamento con venoplastica di più siti venosi rispetto a minori siti venosi ha dimostrato un miglioramento superiore nella scala fisica sia a 1 che a 6 mesi. Quindici pazienti (6.3%) hanno riportato sintomi ricorrenti dopo il miglioramento clinico e sono stati trattati di nuovo. Si è verificato un grave evento avverso, una trombosi venosa profonda nel sito di inserimento del catetere, che si è risolta con il trattamento.

Al termine dello studio, secondo gli autori, il trattamento endovascolare della CCSVI in pazienti con SM sembra essere una procedura sicura con conseguente significativo miglioramento clinico.

COMMENTO:

Questo studio americano, pubblicato su una rivista medica prestigiosa, conferma l’utilità del trattamento endovascolare della CCSVI per i pazienti con sclerosi multipla che sono stati monitorati dopo l’intervento.

Viene così smentito lo studio-spazzatura che era stato presentato nel giugno scorso a Praga durante il 22° meeting della società europea di neurologia (ENS) dal gruppo di studio sulla sclerosi multipla della società italiana di neurologia (SIN).

Fonte: http://www.jvir.org/article/S1051-0443(12)00708-7/abstract

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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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3 Commenti

  1. scusate ho una domanda…mia madre ha l’SM però dagli esami fatti non sono state riscontrate stenosi ed occlusioni delle vene. volevo sapere se il trattamento potrebbe farlo anche lei e se potrebbe avere dei benifici.. grazie

  2. Gentile Giulia,
    purtroppo non siamo medici e riportiamo solo le notizie tratte da fonti ufficiali.
    Nel caso di sua mamma forse sarebbe utile rifare l’esame ecoocolordoppler presso un medico che si sia formato a Ferrara (in Italia ormai ce ne sono diversi)

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