Italia

Comiso: fermati 5 presunti stiddari, tutti i nomi

Sgominata a Comiso  una cosca di stiddari così si apprende da note stampa. La cosca probabilmente era legata a quella principale di Vittoria.

Diversi sono stati i fermi per associazione a delinquere di stampo mafioso, aggravata dal fatto dell’uso delle armi ed inoltre tra i capi di accusa vi sono anche quelli si  estorsione e tentate estorsioni aggravate; e detenzione e porto abusivo di armi da guerra e comuni. I fermati sarebbero, si apprende tutti dei pregiudicati.

Dalla lettura della Gazzetta Iblea  si apprendono i nomi dei fermati Mario Campailla, detto “Mario ‘u checcu”, o “Mario Saponetta”, un 50 enne nato a Vittoria residente a Comiso, il fratellastrao Francesco Razza, alias “Franco sapunetta”, 53 enne, Salvatore Servo 38 enne nato a Palagonia, nel catanese residente a Comiso, Daniele Izzia, 36 enne nato a Vittoria ma residente a Ragusa, anch’egli fratellastro di Campailla, e Massimo Scalambrieri 25enne comisano.

Sembra che gli accusati avessero, attraverso  luogotenenti e gregari, strutturato il sodalizio per estorcere denaro ai commercianti comisani col metodo mafioso,  visite “di persona” sul luogo dell’attività commerciale della vittima facendo riferimento al classico bisogno di reperire denaro per assistere le persone detenute e i loro familiari.

Le forze dell’ordine sono a conoscenza di almeno 6 imprenditori vittima di estrosione.

Il capo clan era Mario Campailla, risulterebbe essere già condannato per associazione mafiosa. Da quel che è emerso dalle inchieste  il gruppo possedeva anche armi da guerra provenienti reggio calabria tra cui pistole e mitragliette “Skorpion”.

I legami sul territorio sarebbero molto forti infatti si legge sempre sulla Gazzetta Iblea che lo scorso 16 luglio erano stati arrestati Guastella e Servo dai carabinieri, insieme al resto del nucleo familiare, perché sorpresi a bordo di un furgone, di ritorno dalla vacanza da padre pio con un arsenale , due fucili di cui un kalashnikov, destinati ad armare ulteriormente il gruppo.    Intercettazioni telefoniche hanno permesso ai carabinieri di appurare che il clan stava per diventare pericoloso per l’incolumità pubblica con estorsioni culminate  con incendi e  l’intento di far uso eclatante di armi. Alcuni membri del gruppo mafioso erano anche pronti a darsi alla latitanza, per tale ragione sono stati emessi i fermi. Eseguite anche  delle perquisizioni durante le quali sono stati rinvenuti e sequestrati una penna lanciarazzi modificata per sparare cartucce calibro 22, munita di silenziatore artigianale di cm. 16, entrambi di provenienza clandestina, perfettamente funzionanti.

Per detenzione abusiva di arma clandestina sono scattate le manette, in flagranza di reato, per Salvatore Adamo 36 enne residente a Comiso.

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