Salute

Sclerosi Multipla: una nuova conferma per il Metodo Zamboni

Sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista medica Journal of the American College of Cardiology i risultati di uno studio intitolato “Insufficienza venosa cronica cerebro spinale: associazione tra l’estensione delle anomalie venose extracraniche e la gravità clinica e durata della sclerosi multipla“.

Secondo alcuni ricercatori slovacchi l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), caratterizzata da stenosi od ostruzioni delle vene giugulari interne (IJV) e/o della vena azygos (AZY), è stata riportata essere associata con la sclerosi multipla (SM). Tuttavia tale associazione è materia di dibattito. Lo scopo della loro analisi retrospettiva è stato quello di determinare la relazione tra l’estensione della patologia venosa extracranica e la gravità clinica della SM.


Sono stati esaminati consecutivamente 50 pazienti (pz) con andamento clinico della SM recidivante-remittente (32 pz) e secondariamente progressivo (18 pz) (età 38 ± 10 anni, M: F = 15:35), messi in lista per ecodoppler (ECD), flebografia invasiva, ed eventuale procedura endovascolare delle IJV e/o AZY. L’estensione del processo stenotico/ostruttivo delle IJV e AZY, o del reflusso delle IJV sono stati classificati dalla combinazione della flebografia invasiva e dell’ecodoppler come negativi (gruppo A), con stenosi/reflusso unilaterale/focale (gruppo B), o con stenosi/reflusso bilaterale/multifocale (gruppo C). La gravità clinica della SM è stata valutata mediante il punteggio della scala di disabilità per pazienti affetti da sclerosi multipla (EDSS). Lo studio è stato approvato dal comitato locale scientifico ed etico.

Su 50 pazienti analizzati (media EDSS 3.7 ± 2.4) c’erano 10 pazienti con ECD e patologia flebografica venosa negativi (20%), 16 pazienti con patologia venosa unilaterale/focale (32%) e 24 pazienti con patologia bilaterale/multifocale (48%). 20 casi sono stati trattati con sola angioplastica con palloncino, mentre in 14 pazienti è stato necessario lo stenting di almeno una vena. È importante sottolineare che non vi erano differenze significative nella gravità clinica della SM del gruppo A rispetto al gruppo B (EDSS 1,8 ± 1,3 vs 3,0 ± 2.2, p meno di 0.05), così come rispetto al gruppo C (EDSS gruppo B vs gruppo C 3.0 ± 2.2 vs 5.0 ± 2.2, p meno di 0.005). Allo stesso modo, non vi era significativa differenza nella durata della SM nel gruppo A rispetto al gruppo C (4 ± 3 anni contro 9 ± 5 anni, p meno di 0.005).

Al termine dello studio, secondo gli autori, la gravità clinica della sclerosi multipla e la durata della malattia sembrano essere associati con l’estensione del drenaggio venoso patologico del sistema nervoso centrale. Per rispondere alla domanda se la CCSVI è solo un processo secondario o la condizione di base della SM, sono necessari degli studi randomizzati in cieco.


Fonte: http://content.onlinejacc.org/article.aspx?articleid=1383466#

COMMENTO:

Questo studio, svolto in combinazione con l’ecodoppler e la flebografia, ha confermato la correlazione tra la CCSVI, scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 65.000 italiani e per la quale purtroppo non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.

Lo studio multicentrico italiano Brave Dreams, promosso e finanziato dalla Regione Emilia Romagna (ed incredibilmente osteggiato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla), potrà fornire quelle ulteriori risposte richieste dai ricercatori di tutto il mondo.

Tag

Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

Related Articles

Un commento

  1. Ho avuto il trattamento Zamboni.Da 3 giorni (dall’otto novembre 2012), ma nessun miglioramento,come quelli fin’ora letti.Forse sara’ la mia sfiga.Pazientero’ ancora..un po’…sapete la speranza…Maurizio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close
Privacy Policy Cookie Policy