Salute

Sclerosi Multipla: secondo uno studio di Ancona l’angioplastica per la CCSVI migliora la qualità di vita dei malati

10072 33_1_oc.inddE’ stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Neurological Sciences, organo ufficiale della SIN-Società Italiana di Neurologia (la “pravda” della neurologia italiana), uno studio intitolato “Angioplastica transluminale percutanea per l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale nella sclerosi multipla: dicotomia tra i punteggi dei risultati soggettivi e oggettivi“.

Secondo alcuni ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona, coordinati dal prof. Leandro Provinciali, alcuni pazienti con sclerosi multipla (SM) hanno riferito di un miglioramento dopo un’angioplastica transluminale percutanea (PTA) per l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), nonostante la mancanza di corrispondenza con punteggi oggettivi di risultato. Il loro obiettivo era di valutare in uno studio osservazionale i punteggi neurologici e della qualità di vita prima e dopo la PTA per la CCSVI dopo un approccio auto-deciso. Sono stati valutati 44 pazienti consecutivi con SM (21/23 M/F; età media 43 anni, SD 9.8) che hanno subito la PTA, prima del trattamento endovascolare per la CCSVI e dopo 12 mesi.

Gli esiti neurologici sono stati valutati con la EDSS (scala di disabilità per pazienti affetti da sclerosi multipla), il tasso annuale delle recidive (ARR) e la frequenza di nuove lesioni alla risonanza magnetica dopo la PTA. La qualità di vita è stata valutata attraverso il questionario MSQoL-54. Sono stati riscontrati un ARR non modificato (p = 0,829), un peggioramento dello stato di disabilità (p = 0.002) e di nuove lesioni alla RM nel 29,6% dei pazienti, in contrasto con un miglioramento dei domini sia fisici che mentali della MSQoL-54 (p = 0,003). La regressione logistica multipla ha mostrato un punteggio di EDSS prima della PTA essere predittivo di un aumento >10 punti nel dominio mentale del MSQoL-54 (OR 0.52, 95% CI, 0,31-0,89, p = 0,018). Al termine dello studio, secondo gli autori, l’approccio alla CCSVI spontaneamente eseguito non migliora i parametri clinici e di risonanza magnetica, nonostante la frequente percezione soggettiva di un miglioramento della qualità di vita.

Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23660636

COMMENTO:

Questo piccolo studio italiano, privo di scientificità e gravato da un evidente preconcetto (bias) nella metodologia utilizzata, consente comunque di fare un paio di osservazioni:

– chissà perché non sono stati valutati dai neurologi prima e dopo la PTA parametri importanti come la stanchezza cronica, il controllo vescicale ed il controllo dell’equilibrio (secondo molti neurologi l’EDSS non è l’unico parametro importante nella SM)

– viene dimostrato dagli autori che la PTA migliora la qualità di vita dei malati!

In conclusione, se anche fossero vere le loro conclusioni, ed è solo lo studio Brave Dreams che potrà dirlo, la domanda che sorge spontanea é:

E’ forse una colpa migliorare la qualità di vita dei pazienti con sclerosi multipla quando le attuali terapie non sono in grado di farlo?”

Essendo l’angioplastica in mani sicure un tipo di procedura dotata di alta sicurezza credo che non si possa ostacolarne l’utilizzo ai fini del miglioramento della qualità di vita dei malati.


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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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