Italia

Elena Ceste e le violenze oltre la morte

foglie secche Una ragazza, perché alla sua età era ancora una ragazza, perché molte famiglie hanno figlie ancora in casa della sua stessa età: questa ragazza sparisce per mesi e si sono fatte mille congetture sul come, sul perché e cosa le fosse successo. Viene indagato il marito, come al solito, da parte degli inquirenti, è un atto dovuto. E i venti cominciano a portare dichiarazioni contrastanti da parte del consorte della povera Elena, si fanno vivi amiche e amici di venti anni prima come fossero funghi d’autunno, prima di trovare il suo cadavere a poche centinaia di metri dalla casa che l’aveva vista mamma felice, sposa e donna rispettata dagli abitanti di quel paese, donna di Fede, insomma una persona sulla quale nessuno trovava nulla di sporco per poterla criticare né nulla da dire. Ma intanto gli scoop si susseguono e tutto emerge sempre più inquinato.
Elena viene ritrovata in un piccolo scolo d’acqua, ricoperta da sterpaglie e fango.
Ma mai quel fango sarà così tanto come quello che si sta riversando adesso su di lei senza pietà.
Si perché il fango non è solo terra bagnata e putrida, il fango vero è quello che tanti stanno scavando a piene mani sulla vita di Elena, e ricoprirla di infamia attribuendole amanti ogni giorno che passa, conteggiandoli come i punti di una partita a carte. Amanti sono quelli che hanno preso un caffè insieme a lei, altri amanti sono anche quelli con i quali Elena ha scambiato qualche sms o ha messaggiato sul social network Facebook, magari in privato si è intrattenuta a scrivere qualche pensiero, qualche confidenza, forse anche un cruccio o una delusione. Non parliamo poi se per un amico, o due, Elena ha aperto la porta di casa sua per bere insieme qualcosa, per rivedersi dopo tanti anni, sin dai tempi del liceo. No, non può essere per amicizia, per la gioia di ricordare insieme i tempi che non torneranno più, per tornare con la memoria nei luoghi dove erano stati allegri e spensierati prima che la vita travolgesse la gioventù per colmarla di responsabilità, e pesi forse molti più pesanti di quelli che lei avrebbe potuto sorreggere. No, non può essere, ad Elena si deve gettare addosso solo fango, sporco fango, ed attribuirle amanti a destra e a manca, perché Elena è morta e tutti possono continuare ad ucciderla con la sporcizia che si trova in ogni angolo, e se non la si trova, la si cerca! Fa parte delle indagini? Queste non sono indagini, che pure dovrebbero restare riservate, ma se viene fuori qualche notizia, è mai possibile che si insista senza pietà e si affondi in modo così meschino, anche e soprattutto da parte dei giornalisti che fanno a gomitate per poter dare notizie nuove, a volte vecchie ma rispolverate e fatte passare per “esclusive”, possibile che non esista una morale, un po’ di rispetto che impedisca che i figli, i genitori di questa donna ascoltino queste notizie devastanti, e possano ricordarla con affetto e amore, senza che nubi nere oscurino il ruolo di madre, di figlia? Quanta violenza è stata perpetrata su questa donna tra le mura di casa nessuno se l’è chiesto? Elena si era annullata per anni come donna, sicuramente, lo dimostra il fatto della sua ricerca dei vecchi compagni di scuola, di aver aperto una finestra sul mondo collegandosi a Facebook, forse per sfuggire a quella routine quotidiana che spesso soffoca e opprime. Ma non è una colpa, perché altrimenti, milione di donne dovrebbero sentirsi colpevoli di aver rapporti “virtuali” con tanti uomini, dovremmo sentirci tutte colpevoli per gli incontri con persone conosciute sui social network, anche solo per aver scambiato qualche frase. Quante donne hanno incontrato nel reale un’amicizia virtuale? Vi sono gruppi che si incontrano, si conoscono, si frequentano. E possiamo definirli tutti amanti? Ma basta con questo linciaggio, con il rinvangare cosa ha fatto e cosa non ha fatto la povera Elena: si deve trovare l’assassino, ed escludere chi non c’entra con la morte della ragazza. Punto! La cattiveria riserviamola a chi merita.
Elena e nessun’altra donna uccisa la merita! Ognuna di loro aveva una propria storia personale che viveva in una condizione di cui non possiamo sapere. Lasciamo agli inquirenti fare il loro lavoro. Non giudichiamo giusto per parlare, perché parliamo di donne uccise che non possono difendersi, non possono smentirci.
Che arrivi il vento della verità, affinchè giustizia sia fatta! E porteremo un fiore…


M.G.

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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