Italia

Polizia disarmata? Pesce d’Aprile ? Coisp

Coisp:

MA, COME OGNI ANNO, IL NOSTRO PESCE D’APRILE

E’ STATO ANCHE LO SPUNTO PER TORNARE A PARLARE

DI QUESTIONI CHE DANNEGGIANO LA SICUREZZA DEL PAESE!

Un nostro comunicato stampa di ieri 31 marzo portava a conoscenza di «un progetto che mira a «mandare i poliziotti disarmati nei servizi di Ordine Pubblico, per combattere alla pari con i manifestanti, … l’apoteosi delle più becere rivendicazioni dei tempi di Democrazia Proletaria, che evidentemente vive e lotta in questo Governo».

Denunciavamo che si trattava di una follia che solo questo Governo poteva inventarsi e puntualizzavamo che dopo ogni sorta di mortificazione degli Operatori della Sicurezza, «questo progetto va reso pubblico», altro che la riservatezza che ci era stata chiesta.

Aggiungevamo che “I poliziotti disarmati nei servizi di Ordine Pubblico, sono la vendetta per avere rispedito al mittente l’altra follia del numero identificativo sui caschi, ma noi del Coisp diciamo no a questo silenzio ipocrita che ci vorrebbe rendere complici e muti come pesci.” e pretendevamo una precisa presa di posizione del Capo della Polizia e di Alfano perché «Più passano le settimane e più la Sicurezza di questo Paese sembra una pessima puntata di “Scherzi a parte”, andata a male come pesce marcio

Ebbene, pur trattandosi oggi di un Pesce d’Aprile, non è certo lontano dall’attualità, ma è invero proprio quello che adesso accade, che i Poliziotti si trovino a combattere una battaglia a tutela della legalità con una dotazione strumentale assolutamente inadeguata e del tutto carente e con una dotazione organica tanto allarmante quanto ignorata.

A causa di una totale incapacità gestionale da parte anche del Dipartimento della P.S., già oggi in non pochi uffici di Polizia i nostri colleghi sono costretti a tirare a sorte chi potrà prestare servizio di Volante, di scorta, etc… portando al seguito un giubbetto antiproiettile. Diecimila di tali dispositivi di difesa, difatti, sono scaduti e non sono stati rimpiazzati per tempo per l’indifferenza di un Ministero che ritiene sempre più di poter tutelare la sicurezza dei cittadini con le sole chiacchiere. Non uno, né cento, ma ben diecimila giubbetti, alcuni dei quali si pretenderebbe di dover continuare ad usare sebbene alcuna concreta prova di efficienza sia stata effettuata … e questo in attesa di nuove forniture che arriveranno ad anno inoltrato ed in parte nel 2016!

Quindi meno dotazioni strumentali (questo dei giubbotti antiproiettile è forse l’esempio più vergognoso) ma di contro una sempre maggiore politica dell’annuncio, con squadre speciali per l’antiterrorismo di almeno 10 uomini che dovrebbero essere istituite in ogni Questura quando molte di esse riescono a malapena a mettere in campo una sola Volante composta da due Poliziotti, e con nuclei speciali anticorruzione in ogni Questura quando nella realtà dei fatti tale incarico non potrà che essere affidato a chi già opera su altri settori (… in attesa che si riesca a portare a compimento il miracolo della clonazione del personale, a costo zero, ovviamente, su cui – questo sì che sembra certo – il Ministero dell’Interno sta concentrando i propri sforzi).

In compenso continua l’indifferenza nei confronti dei diritti dei Poliziotti e delle prerogative di chi li rappresenta!!!

Beh, l’auspicio è che taluni prendano in seria considerazione l’opportunità di lasciare la propria poltrona a soggetti più capaci e comunque veramente intenzionati a far funzionare l’apparato Sicurezza di questo Paese, riprendendo ad assicurare ai cittadini TUTTI quei diritti all’incolumità personale ed alla salvaguardia dei propri beni che è garantito loro dalla Costituzione.

Roma, 1 aprile 2015

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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