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SALUTO DELLL’ARCIVESCOVO DI TORINO, MONS. CESARE NOSIGLIA, A PAPA FRANCESCO

(Torino, piazza Vittorio Veneto, 21 giugno 2015 ore 11,43)

Padre Santo, la Sua presenza in mezzo a noi è fonte di tanta gioia.
L’abbiamo atteso per lunghi mesi, pregando e meditando la Sua Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, per entrare in sintonia con
il Suo cuore e il Suo insegnamento, che anche oggi ci sta offrendo con abbondanza. Lei sa bene che, come piemontesi, siamo sobrii di parole e
non manifestiamo all’esterno tanti sentimenti, che pure albergano dentro di noi; ma oggi non possiamo fare a meno di esprimere la
riconoscenza al Signore e a Lei, caro Padre, per aver accolto l’invito a venire a onorare il Santo dei Giovani, presbitero di questa Chiesa,
amato in tutto il mondo, e a contemplare la Sindone, uno dei tesori più preziosi che la Chiesa di Torino, grazie a Lei, custodisce con
amore e trepidazione.

Lei conosce Torino e il suo territorio e sa che i suoi abitanti sono
attivi e intraprendenti, aperti all’innovazione sia in campo sociale
che ecclesiale, tenaci e grandi lavoratori e imprenditori. Oggi, ha
davanti a sé un popolo che sta vivendo una situazione di difficoltà,
sia sotto il profilo religioso che sociale. Per questo il Suo
messaggio di speranza scuote le coscienze di chi è rassegnato e anima
quelle di chi è invece intenzionato a lottare con impegno per un
futuro diverso e più ricco di valori spirituali e sociali condivisi.

I nostri numerosi Santi e Beati ci hanno trasmesso una fede incentrata
sull’Amore più grande che è la croce di Cristo, vissuto verso ogni
persona povera e ultima, bisognosa di dignità e di accoglienza, di
rispetto e di solidarietà e giustizia. Le nostre Chiese particolari,
sostenute dall’impegno fedele e generoso di tanti sacerdoti, diaconi
permanenti, persone consacrate e di un grande esercito di volontari
laici, si fanno carico ogni giorno delle necessità dei poveri e dei
loro diritti ed esigenze di giustizia e di  solidarietà, in stretta
collaborazione con le componenti istituzionali e sociali.

Desideriamo avere uno sguardo positivo e carico di speranza verso
quella fascia di popolazione che è stata per Don Bosco – e lo è per
noi – particolarmente amata, cercata e valorizzata. Sì, Padre Santo, i
giovani sono la nostra parte migliore, su cui stiamo concentrando le
forze, per accompagnarli ad affrontare con coraggio i problemi che li
assillano, dalla mancanza di lavoro, alle difficoltà familiari, al
disimpegno morale e spirituale. Gli oratori delle nostre parrocchie
stanno aprendosi sempre più all’esterno, per abitare i luoghi dove i
giovani si incontrano e annunciare che Gesù li chiama amici e ha un
amore di predilezione per ciascuno di loro.

La carenza di vocazioni purtroppo si fa sentire, anche se non mancano
segnali confortanti di ripresa, come il costante e qualificato
servizio di Istituti religiosi maschili e femminili nell’ambito
educativo, spirituale e pastorale e il generoso impegno missionario da
parte di molti laici, nelle associazioni e movimenti e nelle
parrocchie, per formarsi ad essere animatori di comunità e testimoni
di Gesù Cristo nei diversi ambienti del vissuto familiare e sociale.

Memori dell’insegnamento di Don Bosco ad essere «buoni cristiani e
onesti cittadini», Le assicuro che quanto ci sta consegnando in questa
visita con la Sua Parola e prima ancora il Suo esempio, sarà accolto
dalle Chiese particolari del Piemonte e Valle d’Aosta e da tutta la
popolazione del nostro territorio come stimolo e orientamento per
annunciare con gioia e fedeltà il Vangelo e testimoniarlo con
coerenza, promuovendo la dignità di ogni persona e famiglia, la
custodia di quell’ambiente così ricco di risorse naturali che il
Signore ci ha donato, la giustizia ed equità tra tutte le componenti
sociali.

Padre Santo, ci permettiamo infine di consegnare a Lei direttamente
quanto hanno offerto i pellegrini della Sindone, per un’opera di
carità che Lei vorrà sostenere, secondo le priorità che riterrà più
opportune.

Grazie, Padre Santo: ci benedica e continui a mantenere con questa
terra quell’amorevole affetto e vicinanza che ha sempre avuto e oggi
rinnova in modo così pieno e gioioso.

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