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Pavese, maltrattamento di animali, messa alla prova per 5 imputati, denunciata l’associazione

 Il giudice del Tribunale di Pavia ha ammesso oggi cinque imputati di un processo per maltrattamento e uccisione di animali alla messa alla prova, un rito alternativo che consiste nello svolgere lavori socialmente utili. Il processo, iniziato lo scorso marzo, parte da una denuncia depositata dall’associazione Essere Animali che con alcune telecamere nascoste aveva documentato le violenze e il frequente trasporto di mucche a terra, vietato dalla legge perché causa di sofferenze evitabili per gli animali.

La messa alla prova è stata richiesta dalla difesa ed è prevista dal codice penale e di procedura penale per determinati reati, tra cui quelli puniti con una pena edittale detentiva non superiore a un massimo di quattro anni. Prima dell’udienza, è stato riconosciuto anche un risarcimento per l’associazione, che però è stata a sua volta denunciata, si presume per il piazzamento delle telecamere nascoste che hanno consentito di documentare le violenze da cui è nato poi il processo.

Le immagini mostrano il trasporto e le operazioni di carico e scarico di mucche a terra, ovvero quelle mucche che, dopo essere state allevate per la produzione intensiva di latte, non riescono più a reggersi sulle proprie zampe, considerate dalla legge non idonee al trasporto e da macellare con urgenza in allevamento, proprio per alleviare le loro sofferenze. È evidente, secondo Essere Animali, che se una mucca a terra viene trasportata, anche l’allevamento da cui questa proviene dovrebbe essere considerato responsabile dell’irregolarità, oltre al trasportatore e al macello in cui la mucca è scaricata e macellata.

“Circa la messa alla prova, da tempo sosteniamo che servirebbe una riforma delle leggi di protezione degli animali, anche per inasprire le pene per i reati più gravi. Ciò che ci sconcerta sono le domande che con la nostra investigazione volevamo sollevare e che rimarranno senza risposta. Ogni animale che viene macellato deve per legge essere sottoposto a una visita ante mortem, eseguita da un medico veterinario dell’ASL, anche allo scopo di garantire la sicurezza delle carni ed evitare macellazioni irregolari. Ci chiediamo se le autorità competenti abbiano visitato le 144 mucche a terra da noi documentate e quanto sarebbe emerso da tali visite, considerato che si tratta di un macello dove anni fa erano state segnalate le stesse problematiche. Che dire poi di tutti gli allevamenti inevitabilmente coinvolti? Il motivo per cui sono le associazioni a cercare di proteggere gli animali, anche piazzando telecamere nascoste, è perché purtroppo, anche alla luce di quanto osservato, i controlli effettuati dalle autorità preposte non sembrerebbero essere sufficientemente efficaci nel dissuadere tali condotte”, afferma Francesco Ceccarelli, responsabile team investigativo di Essere Animali.

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