Sclerosi Multipla: da Buffalo uno studio sugli interventi di angioplastica per la CCSVI
Venerdì 15 marzo l’Università di Buffalo ha emesso un comunicato stampa condito addirittura da un video sui risultati del loro piccolo studio intitolato PREMiSe che verranno presentati con un poster durante il prossimo meeting a San Diego dell’American Academy of Neurology (AAN) (il gotha dei neurologi americani).
Già il titolo del comunicato stampa in pratica dice tutto: “I pazienti con sclerosi multipla non hanno beneficiato dell’intervento per la CCSVI, studio pilota punto di riferimento sugli esiti del ‘trattamento di liberazione’.”
Ma nelle simulazioni statistiche dei ricercatori dello studio italiano Brave Dreams, pubblicate sulla rivista Trials, per poter dimostrare l’utilitá dell’angioplastica (PTA) in uno studio con disegno a doppio cieco occorre arruolare più di 660 pazienti. PREMiSe aveva due gruppi, uno di nove ed uno di dieci pazienti. Era uno studio solo per verificare la fattibilitá del doppio cieco, ma non aveva di certo la potenza (i numeri) per dimostrare scientificamente nulla circa l’efficacia del trattamento.
Comunque sia, dalla lettura del comunicato stampa dell’Università di Buffalo emergono alcuni altri elementi interessanti:
– il trattamento è sicuro e non è stato associato a gravi eventi avversi; (vengono così smentiti alcuni proclami da parte dei neurologi circa i gravi rischi del trattamento);
– secondo il neurologo di Buffalo prof. Zivadinov “I nostri risultati nel corso degli ultimi tre anni hanno indicato che la CCSVI è più frequente nei pazienti con SM rispetto ai controlli sani, ma la causa o la conseguenza di queste anomalie venose non è stata stabilita” (vengono di fatto smentiti ad esempio i risultati dello studio CoSMo di Aism, secondo il quale la CCSVI non è associata alla sclerosi multipla);
– secondo il neurochirurgo di Buffalo prof. Siddiqui “Questa non è l’ultima parola su questo trattamento endovascolare per la sclerosi multipla“. “Questa è la prima parola, perché questo è stato il primo studio sul tema in doppio cieco, randomizzato, controllato.”
Fonti:
http://www.buffalo.edu/news/releases/2013/03/021.html
Se è per quello anche lo studio di Zamboni era stato fatto su 56 pazienti. Quello studio non ha dimostrato nulla? Perchè è su quello studio che si è basata per due anni la mobilitazione del movimento per la ccsvi. Articolo “biased”
Sono d’accordo. Biased, come tutti gli articoli su questo tema che vengono pubblicati qui, caro Antonio.