Costantino Nivola”…Quando la realtà non è all’altezza della situazione, io mi rifugio nella fantasia”
Costantino Nivola, artista poliedrico e innovativo: “…Quando la realtà non è all’altezza della situazione, io mi rifugio nella fantasia”.
L’opera di Costantino Nivola, uno degli scultori più originalmente creativi del nostro tempo, è un’arte pensosa e originale e la Sardegna è certamente la fonte inesauribile; l’infanzia e la Sardegna sono gli strumenti ed i criteri attraverso cui lo scultore rimpasta continuamente il mondo per riproporlo all’incanto dell’autentico: rimpianto di ciò che non è più ed utopia per ciò che non è ancora, nella sua realtà egli elabora forme e significati inusuali, lontani dalla “realtà non all’altezza”.
Nell’immaginario di Nivola chiaramente agisce la matrice di una cultura umanistica con le radici in una mediterraneità più remota, fra civiltà nuragica e civiltà cicladica ed appare evidente la volontà dello scultore a puntare sugli archetipi mediterranei nella loro essenzialità formale, liberando la sua cultura dalle rischiose esteriori caratterizzazioni folkloriche ed affrontando invece il proprio immaginario in un remoto comune, profondamente legato ai luoghi e alla realtà ambientale, ma inerente all’istituzione uomo, considerata a livello concettuale primario, anziché nella sua esteriorità.
I mestieri, la casa, il pane, sono sapori e frutti della campagna; le figurazioni sono ripensamenti dei profili che il vento ha scolpito sulle rocce dell’Isola; la pietra si libera dalla sua pesantezza ed è resa eterea e trasparente, così che la sua opera è leggibile e riconoscibile in tutto il pianeta, poichè è frutto di profonda ricerca e di intensa fatica interiore.
Costantino Nivola pensa alla vita come ad una presenza misteriosa, come qualcosa che non si può percepire direttamente, ma di cui si individuano le tracce, si avverte la potenza, si intuisce l’energia, e, questa idea di vita, che prepotentemente, originalmente si esprime nella cultura di Nivola e che trova nelle sue anatomie astratte, in quei corpi senza corpo, sotto la cui pelle pelle marmorea si sentono pulsare sangue e vene, la sua più alta definizione, quasi una sorta di concezione filosofica, prima ancora che stilistica.
La scultura di Nivola, sin dalle sue prime formulazioni,è la vocazione al dialogo spaziale aperto e alla dimensione corale; la capacità di organizzare lo spazio plastico e la disponibilità a costruire grandi occasioni emotivo-fantastiche sono patrimonio di archetipi antropologici che sconfinano in echi remoti ed è questa appunto la ragione della portata atipica più intima del suo lavoro offertoci attraverso le materie più diverse, dal cemento al marmo e alla terracotta; una sintesi di primitivismo e di ricerca di una nuova forma.
La scultura di Nivola ha saputo caricare di nuova attualità le memorie antropologiche della sua terra sarda, in cui rivivono con naturalezza radici ancestrali fuori da ogni descrizione o rievocazione, colta o popolare che sia; con un mito, nostro e di tutti, umano e cosmico, particolare ed universale.
La pietra scolpita può continuare a proporre la sua essenza, distinta e vicina, concerta ed inafferrabile.
Nulla di regionalistico è in lui, la nostalgia del Mediterraneo non è il solito insul spleen, quanto piuttosto un approdo per il futuro. Così pure come le figure femminili delle Madri e delle Vedove, non sono il decantare le figure, lo stupire nella maestosità, bensì la creazione di una forma aggettante piccola, timida, appena segnata.
Tutte le opere sono legate ad un ‘evidenza che si nega e si sottrae, a una volumetria introversa che si mimetizza e si cela dietro una maschera, una maschera della vita e dell’essere: lo scultore nasconde i suoi significati ma nel contempo li rivela.
Le opere di Costantino Nivola si possono ammirare, non solo ad Orani, suo paese natale, in provincia di Nuoro, ma a Cagliari, a Nuoro, New York e.. Chicago.
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