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Birdwatching negli stagni dell’oristanese

cavaliere di Italia, sa ena arrubia eleonora redazione@mediterranews.orgBirdwatching, appuntamento a Oristano: una escursione negli stagni costieri per osservare in tutta la loro bellezza una quantità ed una varietà di forme ornitologiche tra le più interessanti e ricche d’Europa.

Insolitamente la maggiore attrazione non saranno i magnifici fenicotteri rosa, ma la colonia di Cavaliere d’Italia che, anche quest’anno, si è insediata nella area dello stagno proprio nelle vicinanze della strada consortile che porta al porto Industriale di Oristano, a ridosso delle dune di Cirras, territorio tutelato dal Progetto Life.

200 individui di Cavalieri d’Italia svernano regolarmente in Sardegna, stimata come specie vulnerabile a livello regionale e rara a livello nazionale,i cavalieri d’Italia, appartenenti alla famiglia dei Recurvirostri, nidificano in colonie molto numerose.
Maschio e femmina risultano alquanto simili; le macchie nere, di dimensioni variabili che ornano il corpo e la nuca nel piumaggio nuziale, essendo meno pronunciate nella femmina, permettono di distinguere i due sessi. Le sue zampe rosse sono lunghissime e, in volo, superano di molto la coda.

E’ un uccello parzialmente migratore,molto socievole tanto che, al di fuori del periodo degli amori, in cui si formano le coppie, il Cavaliere d’Italia vive in piccoli gruppi.

cavaliere d'Italia eleonora redazione@mediterranews.orgQuesto nobile uccello cammina con passo leggero ed elegante, ma le zampe lunghe fanno sembrare questa sua andatura quasi insicura; si alza in volo battendo rapido le ali, ma, quando ha raggiunto una certa altezza, vola lentamente, tenendo le lunghe zampe distese all’indietro e, prima di posarsi, plana compiendo spettacolari circonvoluzioni e descrivendo uno o più cerchi, proprio in prossimità del terreno.

Il Cavaliere d’Italia è anche un grande “camminatore”, in particolare sulla battigia, dove la sabbia lascia il posto al mare o agli acquitrini. Un’abitudine molto pericolosa per gli individui più giovani è quella di uscire dal nido molto presto, poche ore dopo la schiusa, diventando così facili prede del Falco di palude.

Attualmente la principale minaccia per il Cavaliere d’Italia è rappresentata, oltre che dalla scomparsa e trasformazione degli habitat, dalle variazioni improvvise del livello delle acque; il prosciugamento precoce degli specchi d’acqua, nei mesi primaverili, porta spesso alla distruzione delle covate.

Per un incontro ravvicinato con questi splendidi uccelli il modo migliore è partecipare alle visite al birdwatching.stagni de sa ena arrubia eleonora redazione@mediterranews.org

Non c’è bisogno di potenti cannocchiali, stanno a pochi metri dalla strada e sarà possibile osservare ed imparare a riconoscere anche aironi, anatre, falchi di palude e tante altre specie e dopo il tramonto ascoltare i suoni emessi da queste splendide creature della palude.

 

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5 Commenti

  1. Ho passato 2 mesi a fare lunghe passeggiate tra gli stagni dell’Oristanese con una macchina fotografica. Non ho fatto certamente foto da premio Pulitzer, ma consiglio a tutti un’esperienza così intensa. Sono di Oristano, eppure non conoscevo neanche lontanamente certe zone!

    1. …..:) andare negli stagni …..fa bene allo spirito…..:) non solo a quello del turista 😉 sopratutto ai nostri… ci tiene in contatto con la natura e ci fa vedere le bellezze che troppo spesso dimentichiamo 🙂

  2. Bella foto, articolo interessante.
    I fenicotteri rosa arrivarono in Sardegna agli inizi degli anni 90, inizialmente nei due stagni Cagliaritani.
    Poi occuparono altre aree umide della Sardegna fra cui Oristano.
    Al Parco di Molentargius di Cagliari sono iniziati una serie di incontri sulla nidificazione di questi splendidi volatili.
    Ieri vi è stato un interessante incontro sui loro spostamenti nel mediterraneo. I prossimi saranno il 22 e 29 luglio.
    Spero saremo in tanti.
    ciao
    Annamaria

    1. Ringraziamo della comunicazione ma facciamo presente che, l’informazione deve essere data in modo corretto, infatti è noto storicamente che la presenza del fenicottero rosa in Sardegna è “remota” tanto è che nel gergo comune vengono indicati come “sa genti arrubia” probabilmente Annamaria ti riferisci alla presenza delle colonie nel cagliaritano. Non so, a quanto è dato sapere a me e a tanti altri il fenicottero esiste in Sardegna da parecchi secoli, a tal riguardo vorrei suggerirti un interessante articolo sull’etimologia del termine fenicottero in lingua sarda 🙂 http://gianfrancopintore.blogspot.com/2010/10/i-nomi-del-fenicottero-sardo.html Per il resto se ci comunichi gli appuntamenti noi ben volentieri facciamo “pubblicità”.

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