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A Lampedusa: migranti contro il rimpatrio

A Lampedusa: migranti contro il rimpatrio Lampedusa, frontiera sud Europa. La situazione torna ad essere calda, oggi è guerriglia. Un finanziere e un carabiniere sono rimasti feriti lievemente durante una sassaiola nel centro di accoglienza di Contrada Imbriacola  dove 160 tunisini hanno protestato per opporsi al rimpatrio.

Gli immigrati erano usciti dal centro di contrada Imbriacola ieri sera e avevano occupato il molo Favaloro. Ora la situazione sembra essere tornata  tranquilla. I due feriti sono stati medicati nel poliambulatorio dell’isola. I migranti, alla frontiera sud dell’Europa “democratica” si sentono abbandonati in balia di sè stessi.  La protesta lampedusana pare sia immigrati è nata dopo che alcuni di essi hanno ricevuto telefonate da compagni che erano stati rimpatriati in Tunisia.

Nei due centri lampedusani, dove vengono ospitati i migranti, ci sono circa 860 persone gran parte nordafricani.

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"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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2 Commenti

  1. Tutti queste ingiustizie devano fermarci e doviamo enviare un messaggio chiaro alla Europa.

    Alexandre Georges
    kayak per il diritto alla vita
    +(216) 52-078-394 in tunisia attualmente

    “Kayak per il diritto alla vita”
    TUNISIA-BRUXELLES

    Dal 1988 migliaia di uomini, donne e bambini sono morti nel Mediterraneo cercando di immigrare in Europa. Per testimoniare la sua indignazione civile nei confronti di tutto ciò,un franco-canadese di 42 anni ha annunciato l’intenzione di effettuare una traversata in kayak da mare dalla Tunisia a Bruxelles.

    Georges Alexandre si propone, con questa traversata, di attirare l’attenzione sulla inadeguatezza delle misure sociali attuate dai paesi del Mediterraneo. Si fermerà nelle città portuali per presentare ai funzionari eletti e alla popolazione locale una petizione già firmata da politici e associazioni dell’isola di Lampedusa, la “porta d’Europa”. In italiano: http://www.firmiamo.it/ogida

    Nel novembre 2010, per attirare l’attenzione sui respingimenti illegali dei rifugiati verso la Libia perpetrati dal governo italiano, egli ha circumnavigato Lampedusa in kayak da mare, iniziando cosi una permanenza di 7 mesi nell’isola. In questo tempo ha studiato e analizzato le questioni relative all’immigrazione, vivendo in prima persona la confusione dei tunisini e dei Lampedusani per l’inefficienza del governo italiano nel massiccio afflusso di immigrati in febbraio e marzo 2011. Visto lo stato di necessità, ha contribuito a trovare cibo, riparo e altri aiuti agli immigrati.Durante questo periodo ha altresì lavorato a stretto contatto con la stampa internazionale e come osservatore del gruppo dei diritti umani “EveryOne”, ha redatto dei rapporti indirizzati ai parlamentari europei, all’UNHCR e alle varie ONG.

    Quest’esperienza sul campo gli ha permesso di constatare la carenza del sistema di accoglienza dell’immigrazione in Europa e la necessità di una sua revisione.
    Dalla sua esperienza ha maturato il convincimento che l’Europa dovrebbe impegnarsi più concretamente nella gestione dei flussi migratori: ciò permetterebbe di evitare gli eccessi sperimentati a Lampedusa e le ingiustizie rilevate nei centri di detenzione.

    Facendo questa traversata molto impegnativa sul piano fisico e umano, egli si propone quindi di interpellare l’Unione Europea chiedendo la sua diretta partecipazione alle politiche dell’immigrazione nei paesi europei. Ciò in relazione al pesante costo umano e finanziario di una certa immagine di “Terra Promessa” offerta dall’Occidente e al vuoto umanitario nel quale soffrono e si perdono tante persone innocenti.

    Attualmente in Lampedusa, Georges Alexandre sta preparando la sua partenza per la Tunisia al fine di iniziare un viaggio di oltre 3000 km. Dalla Tunisia egli navigherà col suo kayak fino alle isole di Lampedusa, Malta e Sicilia. In seguito percorrerà la costa occidentale d’Italia e la Costa Azzurra fino a Marsiglia. Di là raggiungerà Bruxelles alla fine di dicembre 2011 navigando fiumi e canali, attraversando la Francia. A Bruxelles presenterà la sua petizione al Parlamento europeo.
    Nel corso della navigazione egli conta di stimolare la formazione di una flotta umanista composta da imbarcazioni a vela, a remi o a motore con il fine di inviare un chiaro messaggio all’Europa. La partenza del suo kayak dalla Tunisia è previsto nel settembre 2011, con esso partirà questa nuova campagna di sensibilizzazione “Kayak per il diritto alla vita – Tunisia – Bruxelles”.

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