Caso Melania Rea: Parolisi o si odia o si ama. Speciale
L’amore criminale, il delitto ai tempi di Facebook diventa una curiosità antropologica e probabilmente persino sociologica niente male! In rete c’è chi fa il tifo per Parolisi chi invece calunnia e getta fango, chi crea pagine per Melania, mentre altri sghignazzano e prendono in giro la Perrone. Insomma una sorta di mega arena virtuale, una tribunale virtuale non da poco. Ecco al di là del monitor, innocentisti e colpevoliste. Ma se il giorno del compleanno di Salvatore, il web è andato in delirio c’è chi però ha pensato di mandare in carcere persino qualche pacchetto! Tante le lettere quasi d’amore, altre invece cariche d’odio. Entrambe magari poco sensate.
“Amore mio lo scopriranno presto che sei innocente”, scrive Francesca. “Credo nelle tua innocenza, non mollare”, le fa eco Alessandra.
Ma c’è anche chi stenta a credere alla non colpevolezza del marito di Melania. “Salvatore non amava nessuno nemmeno la sua bambina”, tuona Pamela. “Quando tua figlia sarà grande e scoprirà la verità ti deve sputare in faccia, le hai tolto la cosa più cara al mondo…la mamma”, dice Mirella. “Mi dispiace che non ti abbiano arrestato prima”, conclude Annamaria.
Simili fenomeni si erano già registrati in altre occasioni, più o meno tutti i protagonisti di drammatici fatti di sangue hanno scoperto un “pubblico” particolare che ne ammira gesta e crimini.
I social network, però, aggiungono la possibilità di identificare queste persone che non si fanno problemi a pubblicare i messaggi con tanto di nome, cognome e profilo.
“Amore mio lo scopriranno presto che sei innocente”, scrive Francesca. “Credo nelle tua innocenza, non mollare”, le fa eco Alessandra.
Ma c’è anche chi stenta a credere alla non colpevolezza del marito di Melania. “Salvatore non amava nessuno nemmeno la sua bambina”, tuona Pamela. “Quando tua figlia sarà grande e scoprirà la verità ti deve sputare in faccia, le hai tolto la cosa più cara al mondo…la mamma”, dice Mirella. “Mi dispiace che non ti abbiano arrestato prima”, conclude Annamaria.