Economia

Pensioni in pensione: stop a riscatto università e militare tranne per chi lo ha fatto già o ha la pratica in corso!

Pensioni in pensione: stop a riscatto università e militare tranne per chi lo ha fatto già o ha la pratica in corso!
Pensioni in pensione: stop a riscatto università e militare tranne per chi lo ha fatto già o ha la pratica in corso!

I nuovi punti della manovra finanziaria mandando il pensione le pensioni di anzianità nei fatti, effettivamente impediscono a chi ha iniziato di lavorare giovane dal ritirarsi in modo precoce dal lavoro. Una quasi rivoluzione.

Oggi al Senato l’iter sarà ripreso e si discuterà del punto “Sacconi” che  introdurrà una norma atta a cancellare gli anni di lavoro creati riscattando quelli passati all’università o del servizio militare o civile, ai fini del calcolo della pensione. Se, per esempio, una persona ha lavorato per 37 anni e ha riscattato i 3 anni passati a studiare, finora può andare in pensione perché totalizza 40 anni. Con la norma messa a punto ieri dalla maggioranza non sarà più possibile: dovrà aspettare fino al raggiungimento di 40 anni effettivi passati a lavorare, altri tre anni.

Naturalmente, i tre anni riscattati vengono calcolati comunque, ai fini della pensione. Dunque non spariscono dal computo dell’assegno previdenziale. Ed è facile, allora, dedurre sin d’ora che la norma colpirà molto più chi andrà in pensione con il vecchio sistema pensionistico retributivo – quello in vigore dagli anni ’70 alla riforma Dini del 1995. Il motivo è semplice: con quel sistema si va in pensione con un assegno calcolato solo sugli ultimi stipendi. Due, quattro o sei anni in più di contributi riscattati dall’università non cambiano nulla, ai fini del cosiddetto “tasso di sostituzione”. Per quella platea il vantaggio di raggiungere la soglia dei 40 anni è solo anagrafica, non economica, è il privilegio di andare in pensione prima dei 60, in moltissimi casi. D

Per chi andrà in pensione con il   contributivo, la pensione si calcola in base ai contributi e quindi ai fini del tot dell’assegno varranno anche gli anni riscattati. Ma attenzione il PDL avverte «con questa correzione non si pregiudicano i diritti dei lavoratori che hanno riscattato la laurea o fatto il servizio militare in quanto questi periodi restano validi anche ai fini del requisito contributivo per il pensionamento di anzianità ordinario (35 anni di contributi oltre al requisito anagrafico) e per la pensione di vecchiaia».

E’ comunque garantito il «mantenimento dell’attuale regime previdenziale già previsto per coloro che abbiano già maturato quarant’anni di contributi con esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare che rimangono comunque utili ai fini del calcolo della pensione».

Vengono abolite le baby pensioni nei fatti e lo Stato incasserà belle somme.

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Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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10 Commenti

  1. alzarsi al mattino e scoprire che il contributo di solidarietà viene sostituito negli “accordi di Arcore” con un confuso intervento sulle pensioni o meglio “penalizzando il riscatto degli anni universitari e il servizio militare obbligatorio” mi ha trasecolato e davvero indignato..

    Ha ragione la presidente della Confindustria Marcegaglia affermare che queste sono “proposte esotiche”.

    Infatti, penalizza chi:
    – ha scelto nei difficili anni settanta difficili di laurearsi e quindi accedere al mercato del lavoro anni dopo rispetto a chi ha iniziato a lavorare a 16- 18 anni
    – ha già pagata profumatamente il riscatto con pesanti trattenute sulle buste paga (molti lo stanno facendo ancora a pochi anni dalla pensione).
    – chi è stato obbligato a prestare il servizio militare

    La ritengo una proposta anticostituzionale, iniqua, di disuguaglianza sociale, che colpisce solo gli uomini che sono stati obbligati a prestare servizio militare o gli uomini e le donne che vollero laurearsi.
    Ho voluto dare al Paese un contributo di crescita culturale scegliendo di laurearmi con grandissimi sacrifici da parte della mia famiglia. Ma è stata una scelta penalizzante. Come credere ancora a questo Paese?
    Meglio sarebbe stato dire: tutti in pensione a 64 – 65 anni. La democrazia ha come base la giustizia sociale.

  2. Bella Trovata, facciamo lavorare i disgrazziati che sono abbituati a sacrificarsi, al fine di poter mantenere chi si è sempre fatto mantenere dagli altri, altrimenti si ammalerebbero e sarebbe un costo per la società, soprattutto di coloro che hanno fatto l’unico sacrificio di illudere gli altri di essere benpensanti, ma in periodi di crisi meglio sottoporre a sacrificio chi ci è già abituato, e quelli che non sono abituati lasciarli fuori, sarebbe un pericolo includerli, poverini come farebbero!

  3. QUESTO GOVERNO NON MERITA PIU’ NESSUN APPOGGIO :
    E’ UNA SCHIFEZZA TOTALE
    BISDOGNA FARLI SPARIRE DALLA CIRCOLAZIONE TUTTI
    E PER PRIMA QUELLA FANTASTICA LEGA SU CUI AVEVAMO NUTRITO
    VANAMENTE TUTTE LE NOSTRE SPERANZE
    CHE SCHIFO

  4. Ribellione! Scioperi della fame in ogni piazza d’Italia. Vogliono tornare a prima del ’68. Facciamo un altro sessantotto!!!!!!!

  5. …lo vogliamo capire che al di là delle posizioni politche di ognuno di noi questi quì sono degli incapaci, deli inetti, sono corrotti, sono dei vampiri! mi fanno schifo!

  6. ma cosa stiamo aspettando?tutti a roma davanti al parlamento a regalare ai politici l’unica cosa che ancora non ci hanno tassato……a comando tutti esibiamo il nostro “mouse” e doniamo la nostra urina a questi incapaci

  7. QUESTA MANOVRA SULLE PENSIONI E’ PROPRIO IL COLMO DELLA MAL CREANZA, NOI CHE SIAMO STATI COSTRETTI DA QUESTO “STATO” A SACRIFICARE UN’ ANNO DELLA NOSTRA VITA, RIMETTENDOCI ANCHE UN ANNO DI STIPENDIO, SIAMO CLPVOLI DI AVER FATTO IL SEVIZIO MILITARE
    E COSTRETTI A LAVORARE UN ANNO IN PIU’ PER EPIARE LA NOSTRA COLPA, CHE SOMMATO ALL’ANNO AGGIUNTO A LUGLIO PIU’ 3 MESI PIU’ FINESTRE VARIE, VUOL DIRE LAVORARE 42,5 ANNI, QUANDO I NOSTRI POITICANTI BEN SAPPIAMO CHE TRATTAMENTO SI RISERVANO.
    IO IN QUESTO STATO NON CREDO PIU’ E PROBABILMENTE NON ANDRO’ MAI PIU’ A VOTARE, MA SICURAMENTE PDL-LEGA IL MIO VOTO NON LO RICEVERANNO MAI PIU’

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