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In viaggio alla scoperta dello Shibari, tecnica erotica dalle radici profonde. Ecco perchè non ha ucciso Paola Caputo

shibari ed erotismo
foto community flirk (paola caputo)

La nostra informazione che fa dell’informazione libera e globale uno dei suoi motti, a seguito dei fatti legati alla tragica morte di Paola Caputo, la giovane salentina deceduta a Roma durante un gioco erotico ha deciso, stimolata anche dai commenti e dalle richieste giunte dalla rete di offrire al lettore alcuni spunti di riflessione su alcune pratiche di erotismo alternativo.Attraverso l’interessante viaggio tra le parole del nostro amico LQC, abbiamo capito noi per primi di aver commesso un “errore” non voluto, confondendo anche noi le tecniche di erotismo “estremo” utilizzate quella note a Roma.

Per cercare di capire meglio noi stessi e, porere a voi una visione più corretta abbiamo intrapreso un colloquio con una persona estrememente disponibile, coinvolgente ed interessante, LQC, di seguito il testo dell’intervista.
Iniziamo parlando dello shibari. È un termine che si è sentito e letto  spesso in questi giorni, ma pochi sanno realmente di che cosa si tratta. Ce lo puoi spiegare?
Certo. Lo shibari  è un’arte nata in Giappone diversi secoli fa e che consiste nel creare disegni artistici ed erotici con corde sul corpo di una persona. Le sue origini sono da ritrovare nell’hojojutso, arte marziale che prevede l’utilizzo di corde per bloccare ed immobilizzare l’avversario; di lì, intorno al 1600,  queste tecniche sono iniziate ad essere usate in ambito artistico nel teatro kabuki, dalle geishe e nella produzione di stampe erotiche destinate alla borghesia allora nascente. È stato infine conosciuto in Occidente dopo la seconda guerra mondiale, in seguito alla quale lo shibari è stato portato prima negli Stati Uniti e di lì ha avuto diffusione in tutto il mondo.
Ma shibari e bondage sono la stessa cosa?
Diciamo che forse per l’opinione comune è così; in realtà il bondage indica un insieme di tecniche costrittive molto più vasto e che può fare uso, oltre che di corde, anche di manette, manufatti in pelle, pvc, eccetera, mentre lo shibari prevede l’utilizzo solo di corde e di bambù. Inoltre, anche per quanto riguarda le legature, lo stile del bondage, detto anche occidentale, è un po’ diverso da quello dello shibari, sia per quanto riguarda i materiali di cui sono fatte le corde che il loro utilizzo artistico. A dire il vero anche il termine ‘shibari’ è per certi versi improprio; esso vuole dire ‘legatura’ in giapponese, non esclusivamente in senso erotico. Per questo motivo, dalla fine degli anni Cinquanta, uno dei maestri di questa arte ha iniziato ad usare la parola ‘kimbaku’, che significa ‘nodi stretti’ per indicare le legature artistiche ed erotiche…ma non entriamo troppo nel particolare. È meglio che sia chiaro che quello della vicenda di Roma non c’entra nulla col bondage o con lo shibari.
Quindi Soter Mulé e le due ragazze non facevano shibari?
No! Questo termine è stato diramato dalle agenzie di stampa perché c’era di mezzo una corda, ma loro stavano facendo altro:mettevano in pratica il  ‘breath play’, ovvero un gioco – pericoloso – in cui si cercano stimoli erotici attraverso un soffocamento controllato. Lo shibari è altro.
Ad ogni modo mi pare di capire che stiamo parlando di forme di erotismo estremo. Sono pratiche rischiose?
Beh, ogni cosa può diventare rischiosa, ma seguendo delle semplici precauzioni, lo shibari non è una pratica pericolosa; il ‘breath play’ – quello che stavano facendo Paola, Federica e Soter – lo è di sicuro. Ad esempio una delle prime cose che si imparano facendo shibari è che non si devono mai mettere corde intorno al collo, per motivi anche facilmente e, ora, tristemente intuibili.
Lo stesso Soter, nella sua deposizione ha ammesso di non essere un esperto in tali pratiche e che probabilmente ha sbagliato a legare i due corpi.
Non so se Soter Mulé fosse esperto di breath play; certamente lo ha realizzato infrangendo delle precauzioni di sicurezza che avrebbero permesso a Paola di essere ancora tra di noi. Certi giochi erotici, non si devono fare sotto l’effetto di droga o alcol ed in ogni caso è prassi  avere sempre con se un paio di forbici (preferibilmente EMT). In  in una situazione come quella di Roma avrebbero permesso di non fare di uno spiacevole imprevisto una tragedia.
Dov’è che si praticano queste giochi erotici?Con chi?
Bisogna qui sfatare la convinzione che chi faccia queste cose sia un pervertito, frequentatore di locali equivoci e che le faccia perché non riesce a trovare stimoli e piaceri nel mondo e nel sesso ‘normale’. Le pratiche di sessualità ‘alternativa’ sono un valore aggiunto ad una sessualità ‘tradizionale’, non un suo deterimento; sebbene ci possa essere chi le vive in maniera esclusiva, spesso esse sono un arricchimento di stimoli e di complicità all’interno della coppia e si possono affiancare ed intrecciare al sesso ‘tradizionale’. Addirittura lo shibari, per la sua forte componente artistica, può anche venire fatto senza un intento marcatamente sessuale, ad esempio tra due amici o tra un fotografo e una modella.
Osservando le ricerche delle parole online si nota che, probabilmente, la misconoscenza dello shibari è tanta; infatti già dai primi minuti in cui si è data la notizia del tragico evento che ha visto la morte di Paola Caputo, il termine ‘shibari’ è salito nelle classifiche, ma nessuno che cercava la parola la cliccava in riferimento al fatto. Secondo te è per pura curiosità o perché molti sono attratti da questa pratica?
Sicuramente in Italia c’è ancora una minore libertà di esprimere sessualità alternative rispetto a quanto possa accadere in altri Paesi europei e anche la curiosità che ha smosso questa vicenda penso sia dettata più da una certa morbosità piuttosto che da un sincero interesse; basta leggere i commenti su alcuni articoli online per trovare, oltre a comprensibili accuse nei confronti di Soter Mulé, frasi come ‘sono cose da pervertiti’  o ‘ma un po’ di sano sesso no?’. In realtà manca un interesse sincero verso un insieme di pratiche alle quali ognuno potrebbe avvicinarsi secondo le proprie inclinazioni e gusti, invece di vedere solo quelle portate alla ribalta dalla cronaca, spesso messe in cattiva luce e quindi subito criticate. Per questo motivo non credo che un episodio come questo possa essere di stimolo per una maggiore conoscenza dello shibari o di altro.
Come ci si sente in questo momento, dopo che qualcuno ha commesso un errore simile e che tutti i cronisti cercano di barcamenarsi in un mondo a molti sconosciuto?
Innanzitutto tristi per la perdita di una persona morta in un modo così assurdo. In secondo luogo arrabbiati perché si è scatenata subito una curiosità esagerata nei confronti delle tre persone implicate, andando a spulciare blog personali, pagine facebook, foto e mettendo in giro voci false per poi correggerle solo in seguito. Per quanto riguarda Soter Mulé, non stava sfruttando le ragazze, non è un pervertito e nemmeno un parvenu della scena bdsm, ma proprio questo fatto rende ancor più imperdonabile il suo errore.
Avresti qualche consiglio da dare a chi leggerà il nostro articolo?
Non so se questa piccola intervista servirà per spiegare che cosa sia lo shibari o per instillare un po’ di sana curiosità in chi la leggerà; in generale credo che informarsi non possa che arricchire la cultura di ognuno, che sperimentare possa far scoprire nuove realtà che possono piacere o meno e che soprattutto evitare preconcetti e critiche affrettate sia un motivo di apertura mentale per ognuno e di estrema complicità all’interno della coppia. Penso che lo shibari sia una pratica che convenga sperimentare e conoscere guidati ovviamente da persone estremamente competenti; per esperienza posso dire che per chi lo sperimenta la prima volta  generalmente si rivela una piacevole scoperta.
Un viaggio nel quasi ignoto veramente interessante. Grazie LCQ
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