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Zurigo: razionalità e lusso

Cosa vi viene in mente quando sentite parlare di Svizzera? Le fiabesche montagne perennemente innevate? Le mucche? Il latte? Bé, Zurigo è tutto tranne questo. È senza dubbio la città elvetica più bella, più cosmopolita, più alla moda, insomma soddisfa tutte quelle aspettative che si vanno a cercare nelle capitali europee e che mai ci stancano, anche se di capitale non si può parlare: questo è un titolo che spetta a Berna, che ho trovato un po’ deludente, quasi troppo caotica. Quello che invece contraddistingue Zurigo è la sua sobrietà, la sua compostezza, il suo ordine impeccabile che lo si riscontra in ogni punto della città, insomma, non le manca di certo quella perfezione e quel razionalismo soliti della cultura svizzera. Ciò è evidente dall’impianto urbanistico, dall’architettura, dalle vetrine dei negozi e dai suoi stessi abitanti. Eppure, questo suo essere rigoroso, non la rende affatto una città plastica, fredda e insensibile, anzi, è tutto l’opposto: dinamica, giovanile, in continua evoluzione, moderna e dannatamente affascinante. Quando si percorre la lussuriosa Bahnhofstrasse, un lungo viale che collega la stazione principale con il lago, lo shopping è d’obbligo, che si tratti di capi firmati o di un cioccolatino artigianale che si è sicuri solo lì si possa trovare così buono.

Sì, Zurigo sa come essere equilibrata. Se doveste visitarla dovreste assumere un comportamento simile anche voi: equilibrato. Cosa intendo dire? Non fate i turisti tutti d’un pezzo con cartina sempre alla mano e macchina fotografica sempre accesa. D’altra parte non girate fra le vie di questa benestante città con aria altezzosa vestiti di tutto punto. Consiglierei un abbigliamento medio casual, che vi dia un aspetto dignitoso (ma che vi permetta anche di muovervi tranquillamente) e lascerei perdere itinerari organizzati in anticipo. Andate dove vi porta il cuore in quel momento, prendete come punto di riferimento gli alti edifici, come il grussemunster (simbolo di Zurigo), camminate lungo il fiume, sotto i portici, prendete una cioccolata calda, gustatevi la serena atmosfera che solo questa grande città è in grado di regalare.

Cosa evitare: il giardino cinese, vicino al lago. Volete vedere un bel giardino cinese? Andate in Cina!

Cosa non perdere: una piccola sosta al Cabaret Voltaire, dove nacque il dadaismo nel 1916. Oggi ristrutturato e di nuovo agibile, non ha perso quell’aria avanguardista che lo animava all’inizio del secolo XIX.

Dove mangiare: per chi ama la carne argentina, consiglio Churrasco(Glockengasse 9), un posto elegante, sofisticato, adatto per una cena romantica. Per chi ha bambini, suggerisco Papa Joe’s (Schifflände 18), simpatico ristorante americano, di aspetto californiano, con giganti pezzi di frutta attaccati al muro, che propone dei squisiti hamburger di tutti i tipi. E per chi, invece, essendo in Svizzera, desidera essere più tradizionalista, dovrebbe optare per  il ristorante swiss chuchi (rosengasse 10).

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