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Rendere accessibile il numero di emergenza internazionale anche per i sordi è necessario

Il “112” (il numero internazionale per le emergenze) non è accessibile alle persone sorde, nonostante la direttiva europea del 2009 ne prevedeva l’obbligo entro il 25 maggio del 2011. L’Italia si adegui con urgenza.

Nonostante la direttiva del 2009 sul servizio universale che doveva essere attuata dagli stati membri dell’UE entro il 25 maggio di quest’anno, prevedesse l’obbligo che il “112”dovesse diventare  accessibile anche alle persone sorde ad oggi risulta essere implementata solo da Danimarca, Estonia, Svezia, Regno Unito, Irlanda e Malta.

Lo ha rimarcato il portavoce della Commissione Europea Jonathan Todd, che di recente ha ribadito che su iniziativa della Commissione europea tutti gli Stati membri hanno l’obbligo di rendere accessibile il numero di emergenza “112”, non solo alle persone sorde, ma a tutte le persone disabili.

Come detto, infatti, finora solo sette Stati membri, hanno comunicato alla Commissione Europea le misure per implementare le nuove regole.

Per tali ragioni, lo stesso organo ha già avviato le procedure d’infrazione nei confronti di tutti gli altri Paesi membri per persuaderli a introdurre le nuove regole prima possibile ed a tal fine lo scorso giugno ha scritto a tutti gli Stati membri chiedendo loro di fornire tutti i dettagli sulle loro azioni per rendere accessibile il 112 alle persone disabili. Gli Stati membri hanno tempo entro fine ottobre per ottobre.

Lo stesso portavoce ha tenuto a precisare che una cosa sono le leggi entrate in vigore, altro è il loro reale funzionamento nella pratica. Ed infatti, per quanto è dato sapere solo il Regno Unito, i Paesi Bassi, la Danimarca e la Finlandia stanno lavorando all’introduzione di sistemi per rendere accessibile il “112”attraverso il servizio di messaggeria “SMS”.

La commissione per il tramite del suo portavoce ha fatto sapere anche che è necessario il supporto informativo delle organizzazioni non governative e di tutti i soggetti interessati, per comprendere meglio il funzionamento di tali sistemi nella pratica ed in quale misura gli Stati membri rispettano i propri obblighi.

Ancora una volta, per Giovanni D’Agata,  fondatore dello “Sportello dei Diritti”, l’Italia si dimostra essere uno dei Paesi dell’UE meno attenti ai problemi dei disabili, nonostante l’indicazione e la scadenza di precisi obblighi comunitari individuati da un apposita direttiva a tutela, in questo caso, soprattutto degli audiolesi.

Pertanto, prima di essere ancora una volta deferiti alla Corte di Giustizia e subire l’ennesimo pagamento di sanzioni in un settore quale quello della tutela dei diritti nel quale è indispensabile una costante attenzione degli organi governativi che troppo spesso non dimostrano adeguata sensibilità ai problemi quotidiani dei disabili, Giovanni D’Agata rivolge un appello ai Ministeri delle Politiche Comunitarie e delle Pari Opportunità per l’adeguamento della nostra normativa e quindi per l’implementazione in via urgente dell’accessibilità del numero di emergenza “112”ai sordi ed ai disabili in genere.

Il senatore pugliese dell’Italia dei Valori, Pino Caforio, ha fatto sapere che presenterà un’interrogazione per avere delle risposte immediate sule  intenzioni dell’attuale governo in merito a tale importante questione.

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