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Tre anni di poker in Italia: difensori e detrattori. E intanto si gira anche un film

Dal settembre 2008, mese in cui il governo italiano emana una specifica normativa sul gioco a distanza- nella fattispecie online- il poker e in particolare la sua variante nota come Texas Hold’em diventano  vero fenomeno di massa.  Ai giocatori italiani che gia praticavano tale disciplina verrà precluso l’accesso ai numerosi siti esteri dedicati, in quanto la legge prevede che dall’Italia si potrà giocare solo tramite software di aziende che abbiano ottenuto una concessione da parte dell’AAMS, le cosiddette rooms .it .

E’ il boom. Da pratica di nicchia il poker alla texana diviene universalmente noto, complici anche martellanti spot, trasmissioni  TV dedicate e sempre più frequenti “incursioni” di giocatori professionisti  nei più noti programmi d’intrattenimento popolare. Parallelamente si apre anche la polemica/dibattito:  da un lato chi liquida semplicemente il poker come mero gioco d’azzardo, dall’altro chi lo considera vero e proprio gioco di strategia e abilità. Del resto fu proprio il riconoscimento della pratica quale “gioco d’abilita” (almeno nella sua variante “torneo”) a permettere in qualche modo di superare le resistenze legali e morali a una sua regolamentazione e diffusione.

Per chi come il sottoscritto gioca da tempi non sospetti  è naturale appartenere alla schiera dei “difensori” considerando il texas hold’em come una disciplina di abilità. Nel gioco è richiesta concentrazione, capacità di valutare i propri avversari e le loro mosse,  qualche nozione di calcolo delle probabilità che nel lungo periodo aiuta senza dubbio ad avere un maggior margine di profitto. E poi si, ci sono le carte.

Tra i detrattori ci sono senza dubbio i disinformati, ancora attaccati all’idea di bisca e di giochi pericolosi svolti  in locali mal frequentati ,  i conduttori TV che mirano al facile consenso del loro audience per lo più composto da casalinghe e pensionati,  quelli che riconducono tutto a questioni di fortuna o sfortuna, tra cui anche molti giocatori occasionali o approssimativi. C’è da dire tuttavia che l’iniziale terrorismo mediatico intorno al mondo del poker si è abbastanza ridimensionato, anche per merito di una crescente informazione a riguardo. Lasciamo perdere ora qualsiasi questione relativa al business legato al fenomeno: concentrandoci sulla bellezza del gioco in senso stretto  testate giornalistiche sportive di tutto rispetto hanno iniziato a raccontarlo proprio come si racconta qualsiasi altro sport,  sono nati programmi, forums su internet, riviste dedicate al poker in cui emergono gli aspetti più tecnici che, a dirla tutta, non sono spesso facilmente comprensibili e digeribili dalla massa. E come ogni altro sport il poker ha i suoi campioni, che ormai assumono crescente notorietà anche tra i profani. E’ in preparazione anche il primo film italiano sul fenomeno del texas hold’em, si chiamerà Poker Generation e vedrà oltre il cast di attori anche diverse comparse celebri nel mondo del poker italiano tra cui Luca Pagano, Dario Minieri, Filippo Candio e Fabrizio Baldassarri che dovrebbe uscire a Marzo 2012.


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