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Se ne va, il terzino destro della magica Cagliari del 70: Mario Martiradonna

e ne va, il terzino destro della magica Cagliari del 70: Mario MartiradonnaIl mondo del calcio è in lutto è morto Mario Martiradonna, 73 anni , infaticabile terzino destro della Cagliari dello scudetto del 70. Martiradonna da tempo era costretto in ospedale da un male incurabile . Per età e o per malattia con Martiradonna se ne va il secondo uomo di quella magica Cagliari del sogno sardo, prima di lui, come è noto se ne è andato il terzino sinistro Giulio Zignoli, Nenè invece è ancora in rianimazione. Mario Martiradonna, è nato a Bari nel 1938, arriva al Cagliari nel 1962, dopo aver esordito in serie C, nel 1959 con il Teramo, e aver trascorso due stagioni nella Reggiana, in B. La svolta arriva proprio con quella magica Cagliari della A e dello scudetto.  Finisce la sua carriera nel 73 ma continua a vivere a Cagliari regalando la sua esperienza a tante Primavera e squadre giovanili tra cui la Monteclaro.

“”Se non sento una partita, sono nessuno. Se la sento, nessuno mi fa paura», diceva quarant’anni fa, quando giocava. E in campo erano gli altri a sentirlo. 
«Modestia a parte, ho marcato i più grandi, anche Rivera: era un maestro, io un operaio», dice oggi. Ieri dicevano anche che «Mario era il meno impegnato con il successo e il più impegnato con il mestiere». Nonostante lo scudetto con il Cagliari. Era il ’70. 
Martiradonna è ancora quello lì. Tutto cuore e mestiere.

«Noi guadagnavamo pochissimo, noi vivevamo di passione, oggi pensano solo all’ingaggio. Quando giocavo a Melfi mi pagavano poche lire, praticamente la benzina per tornare a casa, a Bari». 
E il carburante, più avanti, lo avrebbe messo nei guai…
«Il calcio è cambiato. Se ci penso, mi vergogno di aver fatto il calciatore. Non esistevano gli sponsor sulle maglie e neanche sulle scarpe: oggi Del Piero con quell’uccellino fa tanti di quei soldi… Io ho giocato 350 partite in serie A, 12 anni con il Cagliari, ho vinto un campionato e se Riva non si fosse rotto ne avrei vinto un altro e forse anche la Coppa Campioni. Se avessi giocato 4 anni con gli stipendi di oggi, avrei vissuto di rendita».” (Storie di Calcio blog)

 

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