Sclerosi Mulipla: importante studio americano sui depositi di ferro nei pazienti con SM
E’ stato pubblicato il 24 novembre sulla prestigiosa rivista medica “American Journal of Neuroradiology” un importante studio sulla sclerosi multipla intitolato “Valutazione dei contenuti anomali di ferro nella materia grigia profonda dei pazienti affetti da sclerosi multipla rispetto ai controlli sani”.
Il team americano guidato dal prof. E. Mark Haacke della Wayne State University di Detroit, MI è partito dal fatto, ormai noto, che che i pazienti con sclerosi multipla tendono ad avere un deposito anomalo di ferro dentro ed attorno le placche di SM, nei gangli basali e nel talamo. In questo studio i ricercatori hanno utilizzato il “Susceptibility weighted imaging (SWI)” per quantificare il contenuto di ferro nei pazienti affetti da sclerosi multipla e nei volontari sani.
Al termine dello studio gli autori hanno trovato una netta differenza tra il contenuto di ferro nei soggetti sani rispetto a pazienti affetti da sclerosi multipla.
I risultati per i pazienti di età inferiore ai 40 anni sono impressionanti. In questo caso, solo l’1% dei soggetti sani ed il 67% dei pazienti con SM recidivante-remittente hanno mostrato un anomalo contenuto di ferro.
Secondo gli autori la variazione dei depositi di ferro rispetto al range di normalità nei gangli basali, talamo e mesencefalo appariva anomala in circa due terzi dei pazienti con sclerosi multipla, come misurato con il “Susceptibility weighted imaging (SWI)”.
Il fatto che il ferro si localizzi in modo abnorme attorno alle venule delle persone con sclerosi multipla rispetto ai controlli sani potrebbe essere chiaramente spiegato con la presenza dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2008 dal prof. Paolo Zamboni, Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara.
Questa ipotesi è ancora più corroborata dall’impressionante ed enorme differenza che esiste confrontando le persone con sclerosi multipla nella fascia tra i 20 e i 40 anni rispetto ai giovani sani della stessa età.
Fonte:
http://www.ajnr.org/content/early/2011/11/24/ajnr.A2773.abstract