Antonella Riotino: La follia omicida di un coetaneo che la perseguitava anche online. Una storia d’amore malata

Il killer di Antonella Riotino è giovane, ha 18 anni. Antonella è stata uccisa da casa mercoledì sera ed a circa 300 metri da casa: è stata percossa, soffocata e sgozzata.
L’attesa della madre, la denuncia, le prima audizioni di amici ed amiche e quel tremendo sospetto su Rusty Light, un profilo anonimo che minacciava Antonella e che, a quanto pare, inviava strani messaggi a altre ragazze poi, nella sera di ieri arriva in caserma Antonio Grannandrea, un ragazzo di 18 anni. Ad un certo punto la confessione: “Sì, sono stato io”, i carabinieri incalzavano con le domande, perchè avevano immediatamente notato le vistose lesioni che il 18enne aveva sulle mani. Gli hanno quindi chiesto come se le fosse procurate e la sua sicurezza, ostentata in un primo momento, ha cominciato a vacillare fino a quando ha finito per ammettere l’omicidio, indicando ai militari il luogo dove aveva nascosto il corpo, un terreno alla periferia di Putignano.

Antonella è stata uccisa con uno strumento di studio e lavoro dei due studenti dell’alberghiero: un coltello da cucina che potrebbe essere stato quello utilizzato per provocare le lesioni al collo della ragazza.
Mercoledì i ragazzi avevano avuto un litigio terminato con la morte di Antonella. Il tutto nasce con delle incomprensioni che andavano avanti da un po’ di tempo. Un periodo durante il quale Antonio avrebbe anche inviato minacce ad Antonella attraverso messaggi su Facebook da un profilo a lei sconosciuto e con il nick name “Rusty light”. Attraverso questo profilo di fantasia, ieri, ha anche inviato un messaggio alla sorella di Antonella (con la quale aveva ‘stretto amicizia’ assieme ad altre 59 persone per crearsi un alibi) tentando un depistaggio. Un messaggio consegnato in copia dalla sorella della vittima ai carabinieri. Da qui le indagini tecniche, autorizzate dalla Procura e portate a termine in pochissimo tempo dagli uomini della Compagnia di Gioia del Colle e della stazione di Putignano, che hanno chiuso il cerchio inducendo il giovane a confessare.
In realtà la giovane Antonella era stalkata e minacciata da parecchio, lo dice un amico di famiglia Vito, le uniche poche parole rilasciate a dei cronisti baresi: “Antonella era come una sorella per me. Io e mia moglie Pasqua sapevamo che lei riceveva minacce di morte, per questo un mese fa l’avevo accompagnata dai carabinieri per sporgere denuncia”. Vito, quarantenne, è l’unico condomino del palazzo in cui vive la famiglia Riotino a parlare con i cronisti e a raccontare dei messaggi che la vittima riceveva sul proprio profilo di Facebook e, via sms, sul telefonino. Secondo Vito, il misterioso pseudonimo, era riconducibile a Giannandrea. Sempre secondo il vicino di casa dei Riotino, Antonio Giannandrea aveva una doppia vita, nel senso che pubblicamente appariva il fidanzatino bravo e premuroso ma poi si trasformava in una sorta di stalker. Antonella era la primogenita di quattro figli: dopo di lei era nato Domenico, di circa 20 anni, e le gemelle Giulia ed Eleonora, diciannovenni. Il papà della vittima lavora in un ristorante, la mamma è invece una casalinga. Il tutto comunque a poco a poco sta venendo persino dimostrato. Nel frattempo però è morta Antonella.