“C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco”;
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald;
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchewald;
servivano a far coperte per i soldati;
non si sprecava nulla,
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nella camere a gas;
c’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald;
erano di un bambino di tre anni
forse di tre anni e mezzo;
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto lo possiamo immaginare:
si sa come piangono i bambini;
anche i suoi piedini li possiamo immaginare:
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità,
perché i piedini dei bambini morti non crescono;
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove,
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.”
Joyce Lussu
Joyce Lussu o anche Joyce Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti, nasce nel 1912 a Firenze ed è una delle più note scrittrici, traduttrici italiane ma anche e sopratutto una partigiana, per meriti ottiene una medaglia d’argento al valor militare. Da giovane, insieme al fratello Max, entra a far parte di Giustizia e Libertà, è proprio nel movimento che incontra il futuro compagno di vita Emilio Lussu, ed è con lui che vive una spericolata esistenza di clandestinità e lotta antifascista. A liberazione avvenuta, vive da protagonista i primi passi della Repubblica Italiana ed il percorso del Partito d’Azione, fino al suo scioglimento, il nome di Joyce Lussu è particolarmente legato alla fondazione dell’Unione Donne Italiane di cui è una delle massime promotrici.
