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Sclerosi Multipla e CCSVI: i dati dello studio Cosmo dell’Aism sono falsati?

Dopo le polemiche di inizio gennaio dovute al mancato finanziamento da parte dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) allo studio multicentrico “Brave Dreams” sull’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) nella sclerosi multipla (SM) promosso dalla Regione Emilia Romagna, provo a fare una piccola analisi sullo studio denominato “Cosmo” promosso dalla stessa Aism.
In un comunicato del 3 gennaio l’Aism scrive che Cosmo è “l’unico per rigore scientifico e ampiezza – che darà finalmente risposte certe, quelle che ancora mancano e che tante persone con SM stanno attendendo, sulla possibile correlazione tra CCSVI e SM.”
A parte la curiosa autoreferenzialità di una simile dichiarazione, visto che sono all’opera molti prestigiosi team in tutto il mondo (soprattutto in Canada e negli USA), appare opportuno ripercorrere le tappe principali di questo fantasmagorico studio Cosmo.

Nell’ormai lontano settembre 2010, prima della partenza dello studio Aism, il prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), colui che ha scoperto la CCSVI nel 2007, fu costretto a delle polemiche dimissioni dal comitato scientifico Aism e successivamente dichiarò alla stampa quanto segue: <<il protocollo stabilito dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) per verificare la teoria sull’origine della malattia e su una sua possibile cura ”rischia di non riuscire a dimostrare nulla” a causa di alcuni difetti di procedura.>>
E ancora: ”Avevo chiesto di aspettare qualche mese per formare gli operatori che devono fare gli esami – ha affermato Zamboni – e mi è stato detto di no. Ho suggerito allora di ridurre il campione, in modo da farlo esaminare solo da tecnici già formati, ma anche questa richiesta è stata rifiutata. In queste condizioni la sperimentazione rischia di non dimostrare nulla, perchè un tecnico non formato non è in grado di trovare la malformazione dei vasi sanguigni che secondo noi è alla base della sclerosi.”
l medico ferrarese fu sostituito da Erwin Stolz, della Clinica Neurologica dell’Università di Giessen in Germania e dichiarò ancora: ”Si tratta di un esperto di ecodoppler del cranio, mentre per dimostrare il mio metodo gli esami vanno fatti al collo e al torace. Lo scetticismo c’è in tutte le associazioni sulla sclerosi multipla del mondo, che hanno fondi soprattutto dalle case farmaceutiche”.
Nonostante queste polemiche nella primavera del 2011 l’Aism fece partire lo stesso il proprio studio Cosmo ed il 20.10.2011, durante il congresso internazionale sulla sclerosi multipla Ectrims 2011 tenutosi ad Amsterdam, il dr. G. Comi, uno dei due Principal Investigators dello studio, dichiarò polemicamente alla stampa che “la frequenza di Ccsvi è stata confermata in meno del 10%” e “si è completamente sgonfiata l’ipotesi che la Ccsvi sia una causa o una significativa concausa della sclerosi multipla” (!).
L’Aism in un comunicato del 21.10.2011 quindi scrisse: “Da un primo risultato, dopo 10 mesi appena, sono attivi 38 centri su 43, e 700 persone, di 2000 previste, sono state arruolate ed esaminate con ecodoppler. A oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati (persone con sclerosi multipla, altre malattie neurologiche e controlli sani).”
A mio avviso queste irrituali dichiarazioni forse hanno posto ormai una seria ipoteca sull’esito finale dello studio (su cui l’Aism ha dichiarato di aver investito ben 1,4 milioni di euro…).
In merito emergono però a mio avviso una serie di ulteriori contraddizioni.
I due “Principal Investigators” dello studio, il dr. G. Comi e il dr. GL Mancardi risultano avere un pesante conflitto d’interessi ((pubblicamente documentabile) per via dei rapporti con alcune case farmaceutiche, che logicamente non sono troppo interessate a studi sull’ipotesi vascolare nella sclerosi multipla, che non porterebbe loro alcun profitto economico.
Sempre a mio avviso, se ciò non bastasse, le avventate dichiarazioni del dr. Comi e della stessa Aism forse potrebbe costituire un grave “bias di ricerca” in grado di invalidare lo studio Cosmo, essendoci ampie tracce di dichiarazioni fatte anzitempo in grado di influenzare negativamente gli operatori dello studio (anche quando fossero stati perfettamente preparati).
In merito ho già interpellato alcuni esperti di epidemiologia e di metodologia della ricerca clinica che hanno confermato questi miei dubbi sullo studio, che dunque potrebbe essere stato falsato dalle dichiarazioni rese anzitempo.


Resta l’amarezza per l’occasione perduta dall’Aism per fare chiarezza sulla CCSVI nella sclerosi multipla.
La sclerosi multipla è una malattia gravemente invalidante che colpisce circa 61.000 italiani, con esordio prevalente tra i 20 e i 40 anni (e dunque nel pieno delle loro attività), per la quale non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva che possa alleviare le sofferenze di queste persone.

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