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Stefano Cucchi picchiato a morte? Perchè e da chi doveva difendersi ?

Ancora nuove discussioni in merito all’udienza sulla morte di Stefano Cucchi. La sorella Ilaria ha dichiarato: «Dicono i pm che Stefano fosse magro. Troppo magro. Che fosse fragile perché malato. Ieri, in udienza, sono state mostrate le foto di oltre quaranta lesioni da trauma. Alcune ignorate dai consulenti, anche se da loro stessi fotografate, oltre la metà sono lesioni da difesa. Da chi doveva difendersi? Dai pavimenti? Dai muri? O dagli scalini?» Nel testo però Ilaria si interroga, fa delle domande. Quando troverà una risposta?


«Quaranta lesioni da trauma. Quaranta.Quanta violenza feroce su quella persona fragile ed indifesa. Con la schiena rotta in più punti. Ed i Pm continuano a parlare di lesioni lievi. Sono lievi perché chi gliele ha inferte portava la divisa, mentre Stefano era solo un tossico zombie. Se non avessero avuto la divisa – conclude Ilaria Cucchi- parleremmo ora di omicidio».

 Come è noto, per  la parte civile, Stefano Cucchi dal 15 ottobre 2009, fino alla morte una settimana dopo all’ospedale ‘Sandro Pertini’ di Roma certamente è stato picchiato. Il deperimento organico di Cucchi infatti è iniziato a seguito del  trauma lombo-sacrale; poi un precipitare delle condizioni che, in assenza di cure, portarono a un edema polmonare e al decesso. Nessuna causa di eventi fortuiti, quindi, ma un pestaggio brutale che causò traumi non medicati. In buona sostanza è questo quello che hanno asserito i professori Vittorio Fineschi, Giuseppe Guglielmi, Cristoforo Pomara, Luigi Vendemmiale e Gaetano Serviddio, al processo che per la vicenda di Cucchi vede accusate, a vario titolo e a seconda della posizioni, dodici persone (sei medici, tre infermieri e nonche’ tre agenti penitenziari).  ”La causa della morte – ha detto Fineschi – fu un edema polmonare in un soggetto con plurime fratture, alcune delle quali passate misconosciute dall’autopsia ed emerse dopo la riesumazione da noi richiesta”.


Proprio sulla frattura lombare e sulla sua collocazione temporale si e’ incentrata gran parte della relazione dei consulenti. ”In corrispondenza della frattura lombare, all’interno – ha detto Pomara – c’era sangue: questo significa che era una frattura ‘recente”’. Tesi, questa, non compatibile con quella dei consulenti dei pm, per i quali quella frattura non sarebbe recente rispetto al momento della morte di Cucchi. ”Sul corpo, poi – ha aggiunto Pomara – c’erano escoriazioni agli arti superiori, indici, secondo la letteratura medico-legale, di colluttazione e ripetitivita’ traumatica; quelle sulle mani, anche indice di difesa”. Tutti i traumi, secondo il professor Fineschi ”non sono compatibili con una caduta, ma hanno una genesi traumatica di tipo contundente, violenta. Non e’ possibile che un soggetto cosi’ giovane possa aver avuto quello che abbiamo visto dopo una caduta”.


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