Sclerosi Multipla: uno studio modenese sul Metodo Zamboni
E’ stato pubblicato sul sito della prestigiosa rivista “Phlebology” uno studio italiano intitolato “L’ipotesi di una correlazione patofisiologica tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale e la sclerosi multipla: fondamenti del trattamento” da parte di un team modenese coordinato dalla Dr.ssa Marzia Lugli e dal prof. Oscar Maleti.
Secondo gli autori il possibile ruolo del sistema venoso nella patogenesi delle malattie neurodegenerative croniche è stato ipotizzato da decenni. Di recente la descrizione di una condizione venosa definita come insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) e la sua forte associazione con la sclerosi multipla (SM) ha riportato l’attenzione della comunità scientifica all’ipotesi di un ruolo eziologico o concomitante di un’alterata funzione venosa nella frequenza di questa patologia. La CCSVI viene identificata con criteri sonografici, l’indicazione per il suo possibile trattamento quindi è basata sui risultati ecografici.
Sono stati esaminati retrospettivamente 167 pazienti affetti da sclerosi multipla clinicamente definita e da CCSVI, identificata dalla valutazione ecografica dalla presenza di almeno due criteri sonografici. La diagnosi ecografica di CCSVI è stato poi integrata dalla venografia e dall’ecografia intravascolare (in 43 pazienti). I pazienti sono stati tutti sottoposti alla procedura endovascolare (venoplastica).
Al termine dello studio, secondo gli autori, la patofisiologia della CCSVI è ancora da definire. Il sistema venoso della vena cava superiore è molto complesso in termini di anatomia e di possibili anomalie così come i suoi meccanismi emodinamici. Sono necessari ulteriori studi per definire i parametri di diagnosi e di trattamento della CCSVI.
Questo studio, condotto da un centro di fama internazionale, dimostra dunque la necessità di condurre altri studi sui metodi diagnostici e terapeutici per la CCSVI, come ad esempio lo studio multicentrico “Brave Dreams”, promosso dalla Regione Emilia Romagna e coordinato dal prof. Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara, cui recentemente l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) ha clamorosamente negato il finanziamento richiesto contestando addirittura la campagna di raccolta fondi promossa da un’altra Associazione.
Fonte: http://phleb.rsmjournals.com/content/27/suppl_1/178.abstract