Pensioni scuola: errori tecnici. PD e sindacati continuano la battaglia
Continua a far parlare di sè la questione delle pensioni del personale che lavora nella scuola. Per il PD la questione non si può chiudere così, Ecco infatti cosa ha dichiarato il deputato Lucia Condurelli: “Le mancate modifiche sulle pensioni al decreto Mille proroghe, all’esame del Senato, sono un fatto grave in particolare per tutti quei lavoratori che sono senza lavoro e senza pensione, come l’assurdità non sanata dei lavoratori della scuola che in primo luogo danneggia gli studenti e le famiglie.
Per il PD la partita non è chiusa. Continueremo la battaglia in Parlamento su altri provvedimenti e lanciamo un chiaro invito alla Ministra Fornero affinchè rispetti quanto ha affermato più volte: nessuno rimarrà senza lavoro o senza pensioni. Ad oggi queste affermazioni non hanno trovato alcun riscontro concreto visto il numero elevatissimo di persone espulse dal ciclo produttivo, comprese aziende dove il Ministero del Tesoro è primo azionista, oggi senza lavoro e senza pensione a causa della Riforma Fornero. La trattativa in atto sulla riforma del lavoro deve partire da questo dato ed essere all’insegna dell’equità, termine troppo spessoabusato”.
Intanto anche i sindacali studiano nuovi piani di lotta e c’è anche chi si prepara ad uno sciopero.
La Senatrice Bastico, sempre quota PD invece ha dichiarato: «Avevamo chiesto di consentire agli insegnanti di poter andare in pensione con il precedente regime se avessero maturato i requisiti entro il31 agosto 2012 e non, come prevede l’attuale normativa, entro il 31 dicembre 2011», spiega la Senatrice, «Il comparto scuola non si basa sull’anno solare, ma su quello scolastico». «Considerando i ritardi che già pesano sulla loro finestra di uscita, in molti si ritroveranno ad andare in pensione con 3 o 4 anni di ritardo, avendone già lavorati, magari, 40 o 41». «La Fornero, su mia richiesta, ha precisato che, sulla materia, non c’è una valutazione in dissenso nel merito, ma un problema di costi e copertura finanziaria estremamente elevato. La votazione, infatti, è stata molto approfondita e appassionata, ma ci siamo arenati sui calcoli».Il relatore dell’emendamento aveva stimato circa 240milioni di euro per poter mandare in pensione i 4000 lavoratori del comparto scuola che hanno maturato i requisiti per questo anno, mentre la Ragioneria intorno ai 630 milioni.A quanto pare nella somma della Ragioneria ci sarebbero errori tecnici.
Preg.ma ministro,
faccio 60 anni il 29.02.2012.
Compio con questo anno scolastico 39 anni di attività lavorativa con relativi contributi.
Prima ci volevano 35 anni di lavoro e 57 di età per andare in pensione mentre io ne avevo 35 e 56; l’anno successivo l’età doveva essere 58 mentre io ne avevo 57 e così via fino a che quest’anno avrei avuto i miei 39 di servizio e 60 di età che mi avrebbero permesso di andare in pensione.
Dopo un inseguimento di cinque anni avrei dovuto raggiungere l’agognata meta.
Per due mesi di età mi si dice:”dai forza altri 3-6 anni”!
Pensate proprio che li possa fare realmente, cioè nel modo migliore per l’amministrazione e per i ragazzi?
Già in data 01.12.2011 ho fatto domanda di pensionamento pur non avendo maturato in quella data i requisiti, ma sapendo che chi comincia un anno scolastico deve terminarlo e che quindi avrei tecnicamente maturato al 31.08 2012 i miei 39+60.
Che faccio mi sparo o metto l’amministrazione di pagare il mio supplente per tre anni?
E’ inconcialiabile ed inamissibile il termine di equità con l’operato del governo. E’ possibile che non si riesca a capire che la scuola ha tempi diversi dalla pubblica amministrazione. In uno Stato di diritto il governo in primis deve assicurare e tutelare il diritto del lavoratore.Non è possibile accettare un atteggiamento intransigente del governo
dando un prezzo al diritto del cittadino.
Anch’io sono nato nel 1952 e nel 2012 avrei avuto con la vecchia norma il diritto di andare in pensione. Questa è stata una vera ingiustizia. Alle prossime elezioni non andrò a votare