Stupro della discoteca: usato oggetto metallico. Militare ristretto in stessa sezione di Parolisi
Una vicenda strana, tutta italiana. Lui, Salvatore Parolisi è in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie, è un caporalmaggiore, un militare. L’altro è il giovanissimo 20enne avellinese che è ristretto con l’accusa di aver violentato la giovane studentessa a Tivoli. I due hanno in comune la divisa ed è forse questo il motivo per cui sono entrambi nel reparto protetti. Per entrambi i casi dal gip Giuseppe Romano Gargarella è lo stesso giudice che ha presieduto il tribunale del riesame che la scorsa estate ha negato la libertà a Parolisi.
Intanto si apprende online su Pupia che nello stupro di cui è accusato il giovane militare secondo il procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini è stato usato uno strumento metallico, di ferro”,che non è stato ancora ritrovato. Secondo quel che si apprende dal sito Pupia il gip avrebbe motivato la scelta del fermo in carcere del giovane militare per “L’estrema brutalità dimostrata nell’azione, la crudeltà usata, la totale mancanza di scrupolo nel lasciare la ragazza massacrata esposta alla morte per gelo o dissanguamento pone la pericolosità sociale dell’indagato ai massimo livelli e fa concludere che nessuna misura cautelare oltre la custodia in carcere possa essere minimamente idonea a ovviare alle esigenze cautelari esistenti e in particolare al pericolo della reiterazione di ulteriori reati della spessa specie”. Sull’ordinanza si specificano anche le difficolt per “La ricostruzione dei fatti, risulta essere stata operata con precisione malgrado le difficoltà da parte delle persone informate sui fatti di fare una scansione nitida alla luce del particolare contesto ambientale: discoteca che diffonde musica con ritmo incalzante e con somministrazione continua di bevande alcoliche che non certo la puntualità, la indicazione degli orari di concatenazione degli eventi anche se questi alla fine appaiono ben individuati e descritti. Alla fine le indagini di polizia giudiziaria hanno consentito la piena ricostruzione di quanto avvenuto”.