Secondo i ricercatori, coordinati dal dr. K. Dolic dell’Università di Buffalo, lo scopo di questo studio era di valutare se una combinazione tra la sonografia doppler (DS) e la flebografia a risonanza magnetica (MRV) a 3T MRI aumenti la specificità per la diagnosi dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) in 171 (113 recidivante-remittente, 47 secondaria progressiva, 11 primaria progressiva primaria) pazienti con sclerosi multipla (SM) e 79 controlli sani bilanciati per sesso ed età (HC). Centodieci (64,3%) pazienti con sclerosi multipla e 30 (38%) HC presentavano 2 o più criteri emodinamici venosi della CCSVI (p <.0001). Sia la DS che la MRV hanno mostrato una specificità relativamente alta ma minore sensibilità per determinare la diagnosi di CCSVI nei pazienti con SM rispetto ai HC e tra sottogruppi di SM. Nei pazienti con sclerosi multipla questa specificità diagnostica è aumentata ad oltre il 90%, combinando i risultati anormali della DS e della MRV delle vene giugulari interne e delle vene vertebrali, del reflusso nelle vene cerebrali profonde ed i risultati della MRV alle vene collaterali inferiori a 1.
Secondo gli autori questo studio suggerisce che un approccio non invasivo multimodale (DS e MRV) aumenti la specificità per la diagnosi di CCSVI nei pazienti con SM.
Questo studio dimostra ancora una volta come la ricerca effettuata seriamente e senza pregiudizi ideologici possa contribuire a migliorare i metodi per la diagnosi della CCSVI nella sclerosi multipla, malattia gravemente invalidante che colpisce oltre 61.000 italiani e per la quale non sono note né le cause né una terapia efficace valida per tutti.
Fonte: FUNCTIONAL NEUORLOGY, Vol. XXVI (No. 4) – 2011 October/December
http://www.functionalneurology.it/index.php?PAGE=articolo_dett&ID_ISSUE=584&id_article=5053&abstract=1&fromsearch=&ultimo=1