Scienze e Tecnologia
Pipistrelli ed influenza, un nesso pericolosi
Una scoperta che fa paura ai i piu’: il virus influenzale potrebbe trasmettersi all’uomo attraverso il pipistrello! La scoperta arriva dal Guatemala dove il team del ‘Centers for Disease Control and Prevention’ (Cdcp), scopre e fa pubblicare uno studio sulla rivista ‘Proceedings of National Academy of Sciences’.
Il virus influenzale trasmesso da questi antichissimi mammiferi potrebbe essere “potenzialmente nocivo per l’uomo se si mescola con le forme piu’ comuni di influenza, perche’ potrebbe scambiare dei geni e mutare in forme assai piu’ pericolose”.
“Attualmente i vettori dell’influenza conosciuti sono l’uomo, gli uccelli o i maiali, ma questa e’ la prima volta che viene documentato in questi mammiferi alati”. Gli scienziati sospettano che alcuni pipistrelli “abbiano contratto l’influenza secoli fa e che il virus sia mutato all’interno della specie in questa nuova varieta’”. Per ora i ricercatori non sono riusciti a far crescere il nuovo patogeno nelle uova di gallina o in colture di cellulare umana, come di solito si procede con i ceppi influenzali piu’ convenzionali, e “non e’ chiaro – sottolineano – se, e quanto bene, si puo’ diffondere”. Il Governo americano ha un avamposto internazionale dei ‘Centers for Disease Control and Prevention’ in Guatemala, dove i ricercatori hanno raccolto piu’ di 300 pipistrelli tra il 2009 e il 2010. Per ora l’indagine e’ stata focalizzata principalmente sulla rabbia che colpisce i pipistrelli, ma “questi mammiferi alati – afferma la ricerca – mangiano frutta o insetti e non attaccano le persone. Eppure – concludono gli scienziati – e’ possibile che il virus possa lasciare delle tracce su questi prodotti e possa infettare chi mangia questi prodotti senza prima un’adeguato lavaggio”
“Attualmente i vettori dell’influenza conosciuti sono l’uomo, gli uccelli o i maiali, ma questa e’ la prima volta che viene documentato in questi mammiferi alati”. Gli scienziati sospettano che alcuni pipistrelli “abbiano contratto l’influenza secoli fa e che il virus sia mutato all’interno della specie in questa nuova varieta’”. Per ora i ricercatori non sono riusciti a far crescere il nuovo patogeno nelle uova di gallina o in colture di cellulare umana, come di solito si procede con i ceppi influenzali piu’ convenzionali, e “non e’ chiaro – sottolineano – se, e quanto bene, si puo’ diffondere”. Il Governo americano ha un avamposto internazionale dei ‘Centers for Disease Control and Prevention’ in Guatemala, dove i ricercatori hanno raccolto piu’ di 300 pipistrelli tra il 2009 e il 2010. Per ora l’indagine e’ stata focalizzata principalmente sulla rabbia che colpisce i pipistrelli, ma “questi mammiferi alati – afferma la ricerca – mangiano frutta o insetti e non attaccano le persone. Eppure – concludono gli scienziati – e’ possibile che il virus possa lasciare delle tracce su questi prodotti e possa infettare chi mangia questi prodotti senza prima un’adeguato lavaggio”