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Se vincessi il Sunday Million…

Sta arrivando il Sunday Million di Pokerstars.it, cifre da capogiro, € 200.000 garantite al primo classificato… Potrei prendere quella casetta in campagna con € 90.000, sistemare la casa di mamma con € 30.000. Con altri € 40.000 potrei avviare quel progetto lavorativo e mi rimarrebbero ancora … si, € 40.000. Ci sarà un gran polverone attorno al vincitore, interviste, passaggi televisivi, forse ci scappa anche la sponsorizzazione. Entrerei nel circuito dei tornei,  ne farei anche all’estero… insomma non c’è scampo, devo imparare l’inglese. Mica posso rischiare di farmi insultare da un Phil Hellmuth qualsiasi senza capirlo. E se per caso lo capissi? Cosa gli rispondo, in romanesco? Aggiungiamo al conto un corso intensivo di inglese.

Poi mi serve un discreto guardaroba. I felponi col cappuccio me li hanno macchiati tutti in sala, che quando tiltano fanno un casino e volano bottiglie , bicchieri, panini … va beh anch’io forse non avrei dovuto chiamare il push di Cenzino con 8-2 off. Aggiungiamo quindi un bel guardaroba, e dato che i felponi non si addicono a un arricchito opterei per eleganti completi neri con camicia viola, per dimostrare che la fortuna non conta, e tanti occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero.

Poi un I-Pod con cuffioni, credo ormai non si possa proprio giocare senza.


Ma non basta, dovrei mettermi a studiare per davvero. Sarò circondato da pro, mi bombarderanno di domande, vorranno indagare, vorranno studiarmi. Perché il poker player è così, sta sempre a calcolare, se lo incroci al bar dell’hotel e ti dice “Ciao”, non ti sta salutando, sta facendo pre-tattica, sta cercando di carpire tells e se ti offre da bere è come se ti dicesse “di quanto  devo raiseare per farti foldare?”. Quindi devo riprendere tutti i libri di teoria del poker iniziati e lasciati li a metà, mannaggia a me e a quando mi son fermato al capitolo sulle reversed implied odds pensando che avrei imparato di più guardando The Rounders, mi son lasciato spaventare dal nome.

E oltre al corso d’inglese chiaramente anche un corso di pokerese, perché nebulose frasi tipo “ l’ilda  committato squeeza dopo che l’aggro ha backraisato mentre il fish che aveva flatcallato stava gamblerando ” non appaiano più come un misterioso codice massonico.


Ma quello che mi preoccupa di più, da sempre, sono i chip tricks. Perchè uno può vincere o perdere, ma  i chip tricks deve saperli fare, ne va della propria immagine al tavolo.  Tutti sanno slowplayare  un set ma non tutti possono esibirsi in un antigravity. A chiunque può capitare un full al flop e farselo pagare, ma ti diranno che è solo chiappa: mentre ti attaccano mostragli un rainbow trick fatto con disinvoltura e dovranno tacere. Dovrò trovarmi un chip trick trainer, ho gia in mente un nome…

Se resta qualche soldo magari mi deciderò per un intervento di chirurgia plastica: mi rifaccio la poker face via! Poker a parte serve sempre.

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