Fosse Ardeatine. Una strage. Sessantotto anni dopo quel tragico eccidio il dna e la nuova scienza investigativa ed in particolare i carabinieri del Ris sono riusciti a dare un nome certo a tre delle vittime dei nazisti.
Sono stati riconosciuti i resti mortali di Marco Moscati, Salvatore La Rosa e Michele Partito. Restano ancora 9 i “non identificati” mentre, ricordiamo che i caduti sono stati 335.
Sebbene indizi sulla possibilità che nei saccelli con i corpi non identificati si trovassero anche Moscati e La Rosa fossero già apparsi lo scorso anno, le nuove indagini compiute con complesse analisi, fa sapere il ministero della Difesa, si e’ raggiunta la ”ragionevole certezza” (pari ad oltre il 99% delle probabilita’). Mentre per Partito (sacello 155) la probabilita’ e’ al 92%. Le indagini hanno avuto impulso dalla richiesta partita dalla comunita’ ebraica e dall’Anfim al presidente della Repubblica ed al ministro delle Difesa. Il ministero ha chiesto l’intervento del Ris dei carabinieri di Roma per esame del dna dei resti. Sono state, pertanto, avviate ricerche, in Italia e all’estero, per individuare i parenti piu’ prossimi dei caduti ”noti ma non identificati”, al fine di ottenere il previsto assenso formale per poter prelevare i campioni biologici. L’attivita’ si e’ prolungata a causa della complessita’ degli esami su reperti risalenti al 1944 e per assumere ulteriori informazioni di tipo antropometrico, anch’esse utili per l’identificazione.
Attorno alle Fosse Ardeatine ed ai martiri si sviluppano nuove storie personali, storie di massacri e rastrellamenti, famiglie prima e famiglie dopo.