L’Italia è un Paese di casalinghe e, in piccola percentuale, anche di casalinghi.
Le donne che non sono occupate, secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat sono quasi cinque milioni. La ricerca si riferisce a donne con un’età compresa fra i 16 e i 65 anni e circa otto mila di queste è una giovane con meno di 35 anni.
Le cause di questo fenomeno sociale sono da ricercare nella difficoltà di trovare un impiego, nella precarietà e in tutte le varie problematiche che affliggono il mondo del lavoro.
Verrebbe da pensare che, visto il numero di donne che stanno a casa, sia alto anche il tasso di natalità. Invece, il numero dei nuovi nati decresce sempre di più e le donne italiane diventano madri poco e molto più tardi rispetto al resto dell’Europa.
Il nocciolo della questione sono i soldi e le condizioni di lavoro precario della persona con cui si vive. Forse se ci fossero più opportunità di impiego, crescerebbe anche il numero di bambini e aumenterebbe il benessere dell’intero Paese.
I casalinghi sono circa 125 mila, molti di loro giovani. Si tratta comunque di un fenomeno agli inizi e marginale che, non è da escludersi, possa ingigantirsi nel tempo.
Il numero più alto di massaie lo troviamo nel mezzogiorno d’Italia, dove la difficoltà di trovare un lavoro è ancora più sentita.
E’ importante far cadere alcuni stereotipi e chiarire che fra le casalinghe c’è una grossa quota che cerca un impiego ma non lo trova, non tutte le donne che stanno a casa lo fanno perché è più comodo. Solo una piccolissima parte di massaie è costituito da coloro che non lavorano perché possono permetterselo essendo benestanti.
Difficile per le donne italiane trovare l’indipendenza economica e riuscire a garantirsi un futuro da sole, senza pensare alla questione spinosa della previdenza sociale e delle pensioni.