Melania Rea: nuova ipotesi e appello a chi ha telefonato
Non è vero che non ci sono prove, altrimenti dovremmo dire che chi ha commesso il delitto e ha ridotto Melania in quello stato, è un assassino il quale ha premeditato e calcolato tutto nei minimi dettagli senza lasciare nessuna traccia. Ma questo, non sempre accade!
L’indagato, Salvatore Parolisi, è in carcere con l’accusa di omicidio per avere ucciso la moglie Melania Rea con trentacinque coltellate, e non è stato arrestato giusto per avere a tutti i costi una persona in carcere, ma è in prigione perché ritenuto pericoloso e sin dal momento in cui ha deciso di cercare la moglie, ne ha dette e fatte di ogni. Difficile capire se c’è una sola verità in quello che ha raccontato. Se fosse stato a Colle San Marco, la prima cosa alla quale doveva fare riferimento quando è stato interrogato dagli inquirenti, era la scolaresca che si trovava sul posto sin dalle dieci del mattino, ma probabilmente, non essendovi stato con la piccola Vittoria e Melania, non poteva saperlo e se lo ha saputo è perché qualcuno lo ha detto, dopo. Non è possibile che decine di ragazzi non vedano una famigliola alle altalene, e anche allo scivolo, come ha dichiarato il Parolisi, sempre dopo, d’aver portato la bambina anche allo scivolo mentre era in attesa del ritorno della donna dal ristorante nel quale era andata, a suo dire, a fare pipì. Neppure in una foto scattata dai ragazzi si notano i tre. Se Melania e Salvatore sono usciti da casa subito dopo la ragazza aver parlato con la madre al telefono, all’incirca alle 13, 30, di tempo ne ha avuto il Parolisi, se è stato lui ad assassinare in quel modo la povera Melania, per poter compiere l’efferato delitto. Certo è che chi ha ucciso, lo ha fatto in quel modo brutale per dare ad intendere che fosse opera di un maniaco, e anche in questa azione c’è la premeditazione, non si può parlare di delitto d’impeto. Quando è andato al chiosco del signor Ranelli per chiedere della moglie, lo stesso ha dichiarato che il Parolisi è arrivato in auto, non a piedi, com’ era giusto fare, visto che le altalene si trovavano a pochi passi dal chiosco.
La proprietaria del ristorante nel quale il Parolisi si è recato a cercare la moglie, dopo oltre le 15.30, ha inoltre dichiarato che la piccola Vittoria sembrava si fosse appena svegliata, quindi, poco prima, era ancora addormentata sul seggiolino dentro l’auto.
Altra cosa sconcertante è la testimonianza della vicina di casa di Melania, la quale afferma d’aver visto l’auto allontanarsi dall’abitazione, ma d’aver notato solo il Parolisi alla guida, non Melania sul sedile del passeggero e neppure la bambina. Ma se la bambina si può immaginare fosse seduta sul seggiolino sul sedile dietro, quindi non visibile agli occhi di chi guarda, la ragazza dov’era? Melania in che stato è uscita da quel garage? È stata forse prima colpita e messa in auto priva di sensi?
Rimane il fatto che prima di essere colpita a morte, Melania, secondo l’accusa, ha dato un morso alla mano con la quale l’assassino le chiudeva la bocca per evitare di farla gridare; disperatamente ha tentato di difendersi. Ma chi l’ha uccisa ha pensato bene di renderla inoffensiva, abbassandole i collant e gli slip all’altezza delle ginocchia, o forse inscenato la storia della pipì. Melania non ha avuto neppure la forza di aiutarsi con le mani, perché questo avrebbe significato trattenere il DNA dell’assassino sulle unghie, cosa che non è avvenuta, e fa pensare all’immobilità di Melania. L’anello, magari divenuto largo per il dimagrimento avvenuto negli ultimi tempi, le è scivolato sull’erba mentre veniva spostato il corpo, cosa secondo gli inquirenti, avvenuta. La “mossa della sentinella” potrebbe essere stata usata per trascinare Melania fin dove è stata rinvenuta.
Perché, opinione personale, non si può credere che stessero per fare l’amore con una bambina in auto, in un posto dove la madre non può neppure guardare se la figlia si sveglia d’improvviso e se Melania aveva scoperto cose importanti e vergognose sul marito!
E se tutte le analisi confermeranno che il DNA, se si è in vita rimane solo pochi secondi, Melania ha trattenuto con sé la prova “regina”, sempre secondo l’accusa, l’ha conservata sulle labbra, in quella bocca che non ha potuto urlare, che non ha avuto il tempo di dire alle amiche, ai famigliari, tutto quello che aveva scoperto e voleva rivelare. Inutile tornare sul posto e depistare, se è stato lui, Melania per una volta lo ha tradito, per far sapere a tutti chi l’ha uccisa. Anche senza urlare, le sue labbra gridano vendetta!
Chi ha fatto la telefonata anonima e forse ha visto qualcosa, probabilmente ha visto chi ha assassinato Melania oppure quando è tornato l’assassino a depistare: se ha visto, o non ha visto, dovrebbe parlare, anche in anonimato. Se tace, sarà un inferno per lui vivere con questo peso sulla coscienza. Perché se non si è assassini, una coscienza le persone oneste, ce l’hanno!
M.G.