Dopo l’operazione il cane viene consegnato sanguinante alla legittima proprietaria che ovviamente esprime le proprie perplessità ma si sente rispondere dai veteriali che l’ambulatorio doveva essere chiuso, Il dottor Bruzzaniti accompagna il cane a casa della proprietaria e dopo aver detto che sarebbe andato a posteggiare l’auto e sarebbe tornato, in realtà scompare lasciando donna e cane abbandonati in balia degli eventi. Nell’attesa del ritorno del veterinario (che non ci sarà) la proprietaria mette il ghiaccio sulla ferita del cane cosi come indicato dai veterinari ma nonostante ciò non l’emorragia continuava e dopo aver atteso in vano in ritorno del veterinario, trascorsa un’ora e mezza la proprietaria decideva di portare il cane in un pronto soccorso veterinario,dove però il cane giungeva cadavere. Da qui la decisione di fare causa ai due veterinari. Dopo sette anni arriva la sentenza che riconosce la responsabilità dei due, e qui nonostante le reiterate richieste della proprietaria del cane ai presidenti degli ordini dei veteriari di Reggio Calabria e Milano di prendere provvedimenti contro i due veterinari riconosciuti colpevoli non succede nulla. “Ci chiediamo quali altri fatti debbano sussistere perchè l’ordine dei veterinari di Milano e quello di Reggio Calabria intervengano sanzionando in maniera chiara i due responsabili di un fatto di una gravità senza precedenti riconosciuta da una sentenza passata in giudicato- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- noi non vogliamo assolutamente criminalizzare la categoria, ma vogliamo semplicemente giustizia. Su questa vicenda chiederemo nei prossimi giorni insieme alla proprietaria del cane un incontro al presidente della Fnovi ed al ministro della salute pperchè vogliamo capire come possano continuare ad operare impunemente sia il Modonesi che il Bruzzaniti responsabili non solo della morte di un cane, ma a nostro avviso di negligenza verso le stesse norme deontologiche del loro ordine professionale”.