Nel casertano il primo doc dell’umanità. Tra vigneti e valli campane
Il primo vino Doc nasceva nel casertano. Nel territorio di Caserta, ci sono vini particolari e sono quelli che maturano su colline di origine vulcanica, con l’influenza meravigliosa del sempre mite clima mediterraneo. Rosso rubino o bianco con preziosi riflessi dorati. Oltre a produrre vini meravigliosi, i vitigni del Casertano disegnano un percorso turistico alternativo per i viaggiatori, un tour tra colori, odori e sapori che inebriano il turista.
Nasce in questo territorio, si legge, il il primo vino Doc della storia dell’umanita’ invecchiato ormai duemila anni.
Ciro Costagliola dirigente del settore Agricoltura della Provincia di Caserta, dichiara, :”Abbiamo un magnifico paniere di prodotti questo ci consente di portare con orgoglio il nostro patrimonio culturale in Europa e nel mondo; un patrimonio di prodotti e di sapori, lasciato dai nostri avi, dalla loro cultura, dalla loro saggia abilita’, dalla loro maestria nel riuscire a coniugare tradizione e innovazione, sapori e cultura, che possiedono un intrinseco e forte legame con il territorio’’.
Il viaggio tra vini e bellezze inizia con il Lazio, dove nasce l’Asprino frizzante dall’inconfondibile color giallo paglierino. Una terra feconda che dalla quale nasce anche l’Aglianico che produce il Falerno rosso dal sapore intenso o il piu’ delicato bianco a base di uva Falangina.
Sui vicini terreni attorno al vulcano spento di Roccamonfina, invece, cresce l’uva per il Galluccio rosso, bianco e rosato ed e’ molto affascinante la storia del ‘Casavecchia di Pontelatone’, un vino ‘autarchico’ prodotto in un piccolo e isolato borgo del Casertano. E ancora l’Aglianico del Taburno, il Sannio di Guardiolo, Solopaca, Sant’Agata dei Goti e Taburno e la Falangina del Sannio che arricchiscono il ventaglio di scelte enologiche casertane. E questo tour deve poi toccare anche alcuni vitigni cosiddetti minori, ma che di minore hanno solo la quantita’ di vino prodotta, come il Pallagrello di Alife e il Piedimonte Matese.
In queste terre, tanti sono i vini di qualità : il Falerno del Massico, l’Asprinio di Aversa il Gallucci sono diventati vini D.o.c., denominazione di origine controllata mentre il Roccamonfina, il Terre del Volturno e il Campania sono diventati marchi di I.g.t., indicazione geografica tipica. E, il Falerno Doc e’ il fiore all’occhiello della produzione casertana. Il vino degli antichi che cresce su queste terre ormai da millenni, il Falerno Doc, spiega Costagliola ” era ben noto e apprezzato anche nell’antichita’ puo’ essere considerato il primo Doc dell’enologia mondiale. E’ noto che gli antichi romani lo avevano in massima considerazione e che erano soliti conservarlo in anfore chiuse da tappi muniti di targhette che ne garantivano l’origine e l’annata. Tibullo, Plinio, Marziale, Orazio, Cicerone ne hanno piu’ volte tessuto le lodi. Petronio Arbitro racconta che durante la famosa cena di Trimalcione gli haustores, servirono un Falerno vecchio di 100 anni’’.