di Jim Knaub
Radiology Today
Vol. 13 No. 5 P. 24
“Ho visto una paziente nel mio studio, che riusciva a malapena a camminare e stava usando un bastone, ma tre mesi dopo, lei è tornata per una visita di controllo senza bastone e con i tacchi alti”, ha dichiarato il Dr. Meridith J. Englander. “E ‘stato un grosso affare per lei.”
La paziente del quale Englander stava parlando era una donna con sclerosi multipla (SM), che era stata sottoposta ad angioplastica nelle vene del collo per migliorare il flusso sanguigno dal suo cervello. Englander ha raccontato questo aneddoto ai media riuniti in una conferenza stampa al 37° Meeting Scientifico annuale della Società di Radiologia Interventistica (SIR) a marzo.
“Non stiamo offrendo una cura per la SM. Non possiamo affermare questo”, ha dichiarato Englander, radiologo interventista presso l’Albany Medical Center nello stato di New York che è coinvolto nella ricerca sull’uso del trattamento di angioplastica nei pazienti con sclerosi multipla. “Penso che stiamo migliorando i sintomi.”
Il racconto di Englander spiega che il trattamento ha un potenziale, ma i pazienti con SM possono vederlo come un qualcosa di più a causa del numero crescente di casi aneddotici su ciò che viene definita come insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI). Secondo la National Multiple Sclerosis Society, la CCSVI è ritenuta essere un’anomalia nel drenaggio del sangue dal cervello e dal midollo spinale che può contribuire al danno del sistema nervoso nella SM.
Il chirurgo vascolare prof. Paolo Zamboni, nel 2009 per primo ha teorizzato e pubblicato le prime conclusioni sulla CCSVI e sull’angioplastica per i pazienti con SM, a volte chiamato trattamento di liberazione. Mentre alcune ricerche di follow-up hanno dimostrato l’evidenza della CCSVI, altri studi non lo hanno fatto. Alcuni medici sono scettici sull’utilizzo dell’angioplastica per il trattamento di questa malattia cronica autoimmune, che colpisce il movimento, la sensazione e le funzioni corporee. La SM è causata dalla distruzione della mielina delle fibre nervose nel sistema nervoso centrale.
Tuttavia, il miglioramento dei sintomi in molti pazienti ha comportato l’uso dell’angioplastica in un numero crescente di pazienti con SM, nonostante l’assenza di ricerca clinica ben controllata, su larga scala. I commenti su Facebook e i video su YouTube propagandano “miracoli” dalla CCSVI, dopo la procedura. Ci sono anche descrizioni su Internet più modeste.
Esplorare la CCSVI
Nel frattempo, guidate dai comitati etici ospedalieri istituzionali, sono in sviluppo ed in corso maggiori ricerche per valutare il ruolo sia della CCSVI nella sclerosi multipla che l’efficacia dell’angioplastica come modo per trattare i sintomi. Un nuovo trattamento potrebbe ridare speranza ed aiuto a circa 400.000 persone affette da SM negli Stati Uniti e a 2,5 milioni di persone in tutto il mondo, secondo i dati della National Multiple Sclerosis Society.
“I nostri risultati sono importanti perché ci sono circa 400.000 persone affette da sclerosi multipla negli Stati Uniti, alcune delle quali con sintomi che limitano in diversi modi la qualità di vita”, ha dichiarato il Dr. Hector Ferral, radiologo interventista del NorthShore University HealthSystem ad Evanston, Illinois, e uno dei diversi ricercatori che hanno presentato dati sul trattamento di angioplastica per la CCSVI alla SIR. “Per molti, può essere molto debilitante. Questi primi risultati dimostrano che eseguendo l’angioplastica sulle lesioni della vena giugulare ed azygos si può avere un impatto positivo sui sintomi degli individui affetti da SM e potrebbe essere anche un trattamento palliativo efficace rivolto a migliorare la loro qualità di vita”.
La SM non ha una cura conosciuta, ma è ovviamente di valore ed interesse migliorare i sintomi che possono permettere ad un paziente di continuare a lavorare o eseguire le attività di routine. Tuttavia, da quanto si sono diffuse le notizie sull’angioplastica per la CCSVI, i medici stanno ricevendo pressioni dai pazienti per effettuare un trattamento che non è stato ben studiato e non è supportato da dati a lungo termine. La ricerca presentata alla SIR si fonda sui rapporti iniziali di Zamboni e sul lavoro di altri.
Ferral era il principale investigatore in uno studio che ha esaminato 105 trattamenti di angioplastica in 94 pazienti con sclerosi multipla con un’età dai 26 ai 67 anni. Sono state valutate con la venografia selettiva e l’ecografia intravascolare le vene giugulari ed azygos. E’ stata eseguita l’angioplastica se le immagini confermavano un reflusso venoso, o un restringimento superiore al 50% nel diametro del vaso. Se necessario, sono stati poi utilizzati gli stent per trattare le lesioni che non rispondevano o i blocchi. Tutti i pazienti hanno ricevuto farmaci per fluidificare il sangue per sei settimane dopo il trattamento.
I ricercatori hanno segnalato un miglioramento dei sintomi nel 55% dei pazienti, il 38% non ha segnalato alcun miglioramento. Il restante 7% non ha rispettato le visite di follow-up ed è stato considerato come perso. Quasi il 60% dei pazienti con forma recidivante-remittente di SM ha riferito del miglioramento dei sintomi.
La classificazione dei tipi di SM comprende la primariamente-progressiva, che significa una malattia gradualmente progressiva senza remissioni; la recidivante-remittente, che mostra attacchi acuti con intervalli di lenti miglioramenti nei sintomi e la secondariamente progressiva, in cui una malattia che un tempo era recidivante-remittente sta ora progredendo lentamente.
“Questi importanti risultati hanno rivelato, per le persone con sclerosi multipla che soffrono di sintomi debilitanti, che i trattamenti minimamente invasivi di radiologia interventistica possono essere un trattamento palliativo efficace, che può anche migliorare la loro qualità di vita”, ha dichiarato Ferral. Ha anche sottolineato la necessità per entrambi di ricerche ben progettate e per i pazienti di continuare a vedere i loro neurologi. Inoltre, nel 2011, un Consensus Panel di ricerca della Fondazione della SIR ha sottolineato che devono essere condotti, per esplorare la CCSVI, studi multicentrici controllati su larga scala.
Englander ha lavorato con il Dr. Kenneth Mandato, sempre dell’Albany Medical Center, su un altro studio incentrato sul trattamento endovascolare per la CCSVI. Il loro lavoro ha verificato che la procedura è sicura e che può produrre un miglioramento a breve termine termine della qualità della salute fisica e mentale dei pazienti con SM.
“Le teorie tradizionali che abbracciano il trattamento per la sclerosi multipla si focalizzano in gran parte sulle cause autoimmuni per la patologia del cervello e dei sintomi neurologici. Basandosi su questo, il trattamento avviene prevalentemente con farmaci per via orale o per iniezione “, ha dichiarato Mandato. “Abbiamo utilizzato l’angioplastica per aprire le vene giugulari e l’azygos rispettivamente nel collo e nel torace, per migliorare il flusso sanguigno nelle persone con SM. Nel follow-up, abbiamo visto molti di questi individui riferire un significativo miglioramento dei sintomi.”
Lo studio ha analizzato gli esami sul miglioramento dei sintomi di 192 pazienti con differenti sottotipi di malattia, secondo i dati forniti alla conferenza stampa. Le classificazione all’interno di una diagnosi di SM comprendono la primariamente progressiva, che significa una malattia gradualmente progressiva senza remissioni; recidivante-remittente, che mostra attacchi acuti con intervalli di lenti miglioramenti nei sintomi, secondariamente progressiva, in cui una malattia che un tempo era recidivante-remittente sta ora lentamente progredendo.
I sottotipi di SM all’interno del gruppo di studio di Albany includevano 96 pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, 66 con SM secondariamente progressiva e 30 con sclerosi multipla primariamente progressiva. La maggior parte dei pazienti hanno ricevuto solo l’angioplastica, ma tre hanno ricevuto l’angioplastica e gli è stato posizionato anche uno stent.
“Durante un periodo di quattro mesi, abbiamo trattato 213 persone”, ha spiegato Englander. “[Di questo totale,] 192 di questi pazienti [72 uomini e 141 donne con un’età media di 49 anni] hanno risposto ad un questionario standard che valuta le componenti chiave della qualità di vita, compresi i cambiamenti nelle abilità fisiche, percezione della salute, energia / affaticamento, funzione sessuale, benessere emotivo, cognizione e dolore. Ultimamente abbiamo disgregato questo dato nel punteggio della salute fisica e mentale per ogni persona ed abbiamo trovato un miglioramento in entrambe le componenti della qualità di vita. Inoltre, abbiamo riscontrato una tendenza che i pazienti sottoposti a questo trattamento più di 10 anni dopo la diagnosi di SM non hanno risposto bene come quelli con una diagnosi più recente. “
Mandato ha dichiarato che i risultati di questo gruppo di pazienti sono “eccitanti e promettenti.”
“Siamo in grado di attestare significativi miglioramenti fisici riportati in più del 75% di quelli con forme di sclerosi multipla recidivante-remittente e primariamente-progressiva”, ha dichiarato Mandato. “Inoltre, i punteggi di salute mentale sono migliorati in più del 70% dei soggetti studiati. Le persone con sclerosi multipla secondariamente progressiva hanno mostrato miglioramenti statisticamente significativi nei punteggi della salute sia fisica che mentale ad un tasso rispettivamente del 59% e 50%.”
Come per qualsiasi trattamento promettente, i pazienti spesso lo perseguono prima che siano stati completati studi clinici definitivi. Mandato ha affrontato questo aspetto dell’angioplastica per la CCSVI nei pazienti con SM.
“Per soddisfare le esigenze e le preoccupazioni delle persone con SM che ritengono di non poter attendere che siano completati degli studi definitivi, molti medici stanno attualmente offrendo trattamenti con la speranza di aiutare le persone con difficoltà a gestire i sintomi della sclerosi multipla”, ha spiegato Mandato. “I medici che effettuano questi trattamenti si augurano che questo lavoro fornirà spunti nella progettazione di uno studio prospettico, randomizzato che è necessario per valutare rigorosamente il ruolo di questa terapia nella SM. Dato che siamo ancora agli inizi nel comprendere pienamente la condizione e la sua relazione al trattamento della CCSVI, è nostra speranza che saranno eseguiti futuri studi prospettici in doppio cieco per valutare ulteriormente la durata di questi risultati.”
I ricercatori hanno anche riconosciuto le preoccupazioni sul miglioramento della sintomatologia che viene attribuito all’effetto placebo, che non è stato considerato nel campo della ricerca esistente, ma è certamente una possibilità in un trattamento in cui circa il 40% dei destinatari non hanno tratto beneficio dal trattamento. Ferral ha dichiarato che tutti i suoi pazienti sono ottimisti, prima di sottoporsi al trattamento di angioplastica, ma che un mese dopo la procedura, circa il 40% gli ha detto: “Sento che non ha fatto niente per me.” Ha dichiarato al pubblico nella conferenza stampa che sono necessari studi clinici prospettici per incorporare una componente in doppio cieco per valutare la possibilità dell’effetto placebo.
Ma Ferral è convinto che gli sforzi dovrebbero essere intrapresi per comprendere meglio la CCSVI e le sue potenziali implicazioni nei pazienti con SM.
“Se si scorre l’elenco di tutti i sintomi della SM, ho visto un miglioramento in tutti i sintomi”, ha dichiarato, “anche se non in tutti i pazienti.”
– Jim Knaub è il Direttore di Radiology Today.
Fonte: http://www.radiologytoday.net/archive/rt0512p24.shtml#.T7aJMzR0L50.facebook