Terremoto: la Pianura Padana si riduce? Effetto delle spinte delle faglie

La Terra continua a tremare. Le scosse si sentono ormai da diversi giorni e la tensione resta. Sono sciami sismici? Difficile dirlo? E’ un dato di fatto il cuore della Val Padana da dieci giorni continua a tremare con un’intensità inaspettata. Le scosse hanno superato diverse volte il 5 ° grado per giungere al 6° ed il Corriere della Sera riporta che il «fronte attivo » con gli ultimi terremoti di martedì si è allungato verso ovest di una decina di chilometri e ora si sviluppa su un territorio esteso oltre cinquanta chilometri in parallelo con il fiume Po. Le faglie che si sono create corrono dunque da Est a Ovest. Tutta l’energia finora sprigionata, hanno calcolato gli scienziati, resta comunque inferiore a quella emersa dal terremoto de L’Aquila.
Una cosa è certa, l’intensità dello sciame sismico non significa sia un momento grave per il Pianeta Terra, anzi. La manifestazione di piccoli sismi di grossa intensità dimostrerebbe che nel sottosuolo si è creata una frammentazione della struttura geologica.
Un sisma a piccole scosse evita però un terremoto più forte ed è solo un bene. In Emilia poteva ripetersi il catastrofico evento del 1570 che colpì Ferrara.
La causa di questi piccoli sismi si potrebbe trovare in una spinta della placca africana contro quella euroasiatica per cui abbiamo gli Appennini che viaggiano in direzione delle Alpi.
L’energia accumulata sarebbe causa del terremoto.
In sostanza la Pianura Padana si potrebbe accorciare e, tra qualche milione di anni potrebbe sprofondare.