Salute

Il 25% dei lavoratori nei call center è soggetto a disturbi vocali

Lavorare in un call center è  pericoloso per la salute. Questo il risultato di un’indagine dell’università dell’Ulster secondo cui  un impiegato su quattro deve fare i conti con problemi alla voce. E i disturbi vocali, secondo uno studio americano presentato all’ultimo congresso dell’American Laryngological Association, incidono sulla produttività tanto quanto malattie croniche con un impatto notoriamente elevato in termini di disabilità come l’asma, la depressione o le patologie cardiovascolari.

La prima ricerca, commissionata dall’Institution of Occupational Safety and Health inglese ha verificato  che nel 25% dei lavoratori dei call center erano stati presenti sintomi come mal di gola, afonie, disfonie e anche episodi di respiro corto riconducibili all’uso della voce per motivi lavorativi. Particolarmente a rischio le donne e gli impiegati alle prime armi, che non sanno ancora «dosare» la propria voce a sufficienza: infatti, spiega l’autrice Diane Hazlett, «abbiamo osservato che ci sono molti programmi per il training in azienda dei nuovi impiegati, ma pochissimo si fa per avvertirli dei rischi che corre la loro voce e per insegnare precauzioni utili. Sarebbe necessario pensare a programmi di prevenzione per spiegare ai lavoratori quanto sia importante mantenere una salute vocale ottimale».

Afferma Seth Cohen, l’ otorinolaringoiatra del Voice Center della Duke University:  «abbiamo stimato, valutando i dati di circa 19mila lavoratori, che i disturbi della voce sono coinvolti in circa il 2 per cento dei casi in cui si ha una disabilità temporanea; è probabile peraltro che si tratti di una sottostima, visto che studi precedenti hanno dimostrato come la prevalenza di questi problemi sia pari a circa il 7 per cento della popolazione adulta. In media i pazienti con disfonie hanno 45 anni e si assentano dal lavoro per circa 40 giorni all’anno: più degli asmatici, che perdono in media sei-sette giorni, e in maniera paragonabile a chi soffre di malattie cardiovascolari, che è in malattia circa 47 giorni all’anno. Purtroppo solo dal 5 al 20 per cento di chi ha un disturbo della voce si rivolge a un medico: chi è a rischio di disfonie deve esserne consapevole e chiedere aiuto a uno specialista per prevenire problemi, oltre che assistenza per il trattamento quando c’è qualcosa che non va». I ricercatori irlandesi hanno intanto redatto un decalogo guida di consigli utili per chi ha un impiego a rischio: fare pause frequenti, mantenere una buona postura e far sì che gli ambienti abbiano un’adeguata umidità, ventilazione e temperatura aiuta molto a ridurre la probabilità di fastidi.

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