Maturità L’emancipazione femminile nella storia
La donna nella storia della civiltà è sempre stata subordinata all’uomo. Le differenze tra i due sessi portano il sesso maschile a prevalere su quello femminile occupando un ruolo privilegiato all’interno della società. La donna fino dai tempi antichi è stata posta in una condizione di inferiorità evolvendosi in una società essenzialmente misogina. Molti pregiudizi che vivono ancora oggi nell’immaginario collettivo hanno radici molto lontane e sono stati influenzati dal pensiero di molti filosofi, letterati e politici.
Già a partire dagli stessi autori latini troviamo spesso ritratti di donne padrone ed ingannatrici difficili ora da ritenere veritieri . Facendo un salto di un millennio troviamo anche nel Medioevo volti di donne ingannatrici, streghe influenzate e completamente subordinate dalla presenza della Chiesa. Successivamente con il passare dei secoli la figura della donna, nonostante fosse continuamente subordinata a quella dell’uomo, comincia ad acquistare la sua emancipazione, la sua dignità, il suo valore. Solamente a partire dal Novecento la condizione della donna comincia a cambiare radicalmente e si può parlare così di donne in movimento; incominciano a formarsi corporazioni di donne che si uniscono per combattere contro tutte le discriminazioni della società misogina. Con l’inizio della guerra le donne sospendono la loro rivendicazione per compiere il loro dovere di mogli, ma con la fine della guerra esse partono alla ribalta creando quei movimenti che porteranno all’emancipazione femminile di inizio secolo. Questo accade principalmente in America dove la donna viene liberata da molti lavori che è costretta a compiere e, grazie al miglioramento delle tecnologie, potrà divenire autonoma lavorando, ma soprattutto andando a scuola.
Nel XX secolo l’emancipazione femminile raggiunge livelli inauditi. Le lotte femministe per la parità deisessi crescono con un’alta velocità. Nonostante ciò le donne continuano ad essere sottovalutate e sfruttate; si scontrano con i pregiudizi dell’inferiorità sessuale femminile divenendo spesso donna-oggetto, donnacorpo senza morale o sentimento. Proprio da questo deriva la maschilizzazione di tutte le sfere alte dellasocietà che vede nell’uomo intelligenza e perspicacia. Sempre la produzione culturale è stata dominatadagli uomini che, a differenza delle donne, potevano liberare la loro forza creatrice. Anche in campo lette-rario solo il Novecento vedrà la progressiva liberazione della donna dalle catene della sua inferiorità con la conquista di mete quasi inaspettate. Ora come ora la condizione della donna è nell’Europa occidentaledi massima emancipazione ed indipendenza; la donna è riuscita ad affermarsi in ogni ambito sociale,conquistando quella dignità che per natura si merita. Solo l’immagine di essa, che forse troppo spessa viene sminuita nel campo giornalistico e televisivo, potrebbe far desiderare di nuovo il predominio maschile, ma la forza di donne che hanno lottato e che lottano tuttora per affermarsi non solo come corpo ma soprattutto come intelletto smentisce completamente certe rivendicazioni di predominio.
Paola Veschi