Sclerosi Multipla: nuovi studi confermano la teoria di Zamboni
Durante il 13° Meeting del prestigioso “European Venous Forum“, che si è svolto a Firenze nel giugno scorso, è stata dedicata un’intera sessione alla CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebro spinale) dove sono stati presentati studi molto interessanti su questa nuova patologia vascolare, scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) e di cui è stata ipotizzata una correlazione con la scleosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale purtroppo non si conoscono ancora né le cause né una cura valida per tutti.
Il team polacco coordinato dal dr. Marian Simka ha presentato il primo studio intitolato “Uno studio prospettico di confronto tra l’ecografia e l’angiografia per la diagnosi dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale“.
Secondo gli autori la loro ricerca mostra un netto divario nella comprensione dell’emodinamica in questo particolare campo venoso. Di conseguenza, sono necessarie ulteriori ricerche per migliorare l’accuratezza diagnostica dell’ecocolordoppler per la diagnosi della CCSVI. È anche possibile che in questo campo la venografia con catetere sia un “gold standard” limitato e che alcune anomalie (ad esempio la compressione della vena causata dai muscoli adiacenti) siano visibili solo con l’ecografia. Forse è necessario un approccio multimodale per valutare correttamente queste vene.
Il team kuwaitiano coordinato dal dr. Abdul-Aziz Al-Muzaini del Mubarak Al-Kabeer Hospital ha presentato il secondo studio intitolato “Il ruolo dell’ecodoppler nell’insufficienza venosa cronia cerebro spinale (CCSVI): l’esperienza di un singolo centro con 711 pazienti“.
Secondo gli autori la maggior parte dei pazienti con sclerosi multipla (88%) hanno dimostrato più di due criteri anormali nelle loro vene giugulari interne. L’ecodoppler per le vene del collo è uno strumento molto affidabile e la prima modalità d’indagine nella diagnosi della CCSVI, anche senza la combinazione del doppler transcranico (TCD). Possono essere usati gli stessi criteri ecodoppler nel follow-up dei pazienti dopo le procedure interventistiche al collo.
Il team sloveno coordinato dalla prof.ssa Marjeta Zorc dell’Università di Ljubljana ha presentato il terzo studio intitolato “Le ostruzioni venose nel percorso venoso extracranico contribuiscono alla disabilità nella sclerosi multipla“.
Secondo gli autori nonostante l’ampio spettro di farmaci immunomodulanti non esiste un trattamento ottimale della sclerosi multipla. Sembra che le ostruzioni venose nel percorso venoso extracranico contribuiscano al quadro clinico. Il coinvolgimento delle vene extracraniche si verifica anche nell’esordio della sclerosi multipla e potrebbe influenzare l’ulteriore decorso della malattia.
Il trattamento delle ostruzioni venose nelle vene extracraniche potrebbe giocare un ruolo importante nel tentativo di ottenere un miglioramento clinico. I loro risultati supportano l’utilizzo precoce delle procedure vascolari nei pazienti con SM.
Il team italiano coordinato dal prof. Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara ha presentato il quarto studio intitolato “Valori di riferimento dell’emodinamica delle vene giugulari interne su volontari sani“.
Secondo gli autori il loro studio fornisce una serie utile di dati, al fine di confrontare l’emodinamica registrata nell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) e e/o disturbi nerodegenerativi con i valori fisiologici.
Pertanto, la modulazione della pressione atmosferica azionata dalla pompa toracica modifica significativamente l’emodinamica del serbatoio delle vene giugulari e delle vene del collo e del viso, senza effetti sulla rete venosa del comparto intracranico.
Infine, il team serbo coordinato dal dr. Dragan Milić del Centro Clinico di Niš ha presentato il quinto studio intitolato “Procedura di “liberazione” nel trattamento dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale – L’insufficienza venosa cronica cerebro spinale è correlata ad una sindrome congestizia del cervello piuttosto che alla sclerosi multipla?“.
Secondo gli autori i risultati ottenuti in questo studio suggeriscono che la CCSVI potrebbe essere legata ad una sindrome congestizia del cervello piuttosto che alla sclerosi multipla suggerendo che la procedura di “liberazione” potrebbe migliorare i segni clinici nei pazienti con SM a causa della decongestione del cervello.
COMMENTO:
Questi studi, provenienti da esperti vascolari internazionali, confermano la validità della teoria del prof. Zamboni sulla CCSVI nella sclerosi multipla e smentiscono i prossimi ed annunciati risultati dello studio “Cosmo”, promosso e finanziato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM-AISM), secondo i quali già nei primi risultati “la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati”.
Fonte: http://www.europeanvenousforum.org/evf2012/florence_13th.htm