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Cento anni dalla nascita di Nino Lamboglia

Cento anni dalla nascita di Nino Lamboglia
Nino Lamboglia, foto del web

ALBENGA- L’ Istituto Internazionale degli Studi Liguri, sezione di Albenga, guidato da Cosimo Costa, ha organizzato una serie di iniziative per ricordare degnamente l’illustre studioso ed archeologo Nino Lamboglia, nel centenario della nascita del famoso studioso che inventò, proprio ad Albenga, l’Archeologia Sottomarina. Prenderà il via venerdì infatti il convegno: “ Nino Lamboglia: da Albenga alla ricerca storica globale”, che si concluderà sabato. Il peso notevole delle scoperte e degli studi del Lamboglia in campo storico ed archeologico hanno portato a dedicare proprio a lui, a Bordighera, la Scuola internazionale interdisciplinare delle metodologie Archeologiche, frequentata da alunni di tutto il mondo, con docenti provenienti da diverse Università europee. Il professor Nino Lamboglia fu promotore di numerose ed importanti iniziative culturali in Liguria ed in particolare ad Albenga e nel suo comprensorio. “ Lamboglia- ci ha detto Josepha Costa Restagno dell’ IISL di Albenga, che per molti anni collaborò con lui- era molto colto, si interessava di tanti settori della cultura e della ricerca. Cercava già allora di orientare i giovani studiosi verso una Archeologia vista come disciplina votata alla interdisciplinarietà”. Fu proprio Lamboglia a fondare l’ IISL ed ad inaugurare prestigiosi corsi: i primi vennero proprio da lui ideati nel 1947 per permettere ai giovani studiosi di approfondire con lezioni teoriche e pratiche la loro conoscenza nei vari ambiti della ricerca archeologica. “ Fu lo stesso Lamboglia – aggiunge il presidente dell’ IISL di Albenga Cosimo Costa- per primo ad intuire l’importanza dello studio comparato nelle varie discipline, come ad esempio la ceramica. In archeologia infatti essa è utile come fossile guida del singolo strato che di volta in volta viene scavato dall’archeologo. Ciò che per la moderna pratica archeologica è un fatto ovvio, cioè il raccogliere ogni singolo frammento ceramico al fine di ricavarne dati sulla produzione, la provenienza, la forma e quindi la datazione, per avere una più completa comprensione dello scavo, ancora negli anni Cinquanta del Novecento non era stato capito.  Per questo che illustri docenti da tutti i Paesi, nel corso del 2012 sono giunti in Italia, ai convegni di Bordighera, Genova ed Albenga per esprimere la loro gratitudine verso questo loro maestro, eminente studioso ”. Il convegno che si aprirà ad Albenga, venerdi 5 ottobre, alle ore 9, in piazza San Michele, nel palazzo Peloso Cepolla, vedrà la presenza di studiosi di fama mondiale come Francisca Pallares, Isabel Roda De Llanza ed Henry De Lumley che metteranno in luce il ruolo fondamentale di Lamboglia nella creazione a Roma della prima Scuola di specializzazione per lo studio ed il restauro dei monumenti e nello studio delle prime popolazioni della Costa Azzurra e della Liguria. Gli altri interventi verranno tenuti per l’Università di Genova da Gabriella Airaldi e Massimo Quaini, per la Diocesi dal vescovo diocesano Mario Oliveri e da Monsignor Fiorenzo Gerini, per le varie sovrintendenze da Bruno Massabò, Luisa Papotti, Andrea Muzzi, Francesca Imperiale, Chiara Masi, Maurizio Galletti, Nadia Campana, Egle Micheletto, Stefano Roascio; per l’ IISL da Cosimo Costa, Giuseppe Vicino, Josepha Costa Restagno, Gabriella Stabile Re, Daniela Gandolfi, Rosanna Mollo Mezzana, Alessandra Frondoni, Giovanni Coccoluto, Domenico Gaia, Rita Lavagna, Carlo Varaldo, Maria Celeste Paoli Maineri, Fabrizio La Corte, Luciano Livio Calzamiglia, Maria Teresa Verda Scajola. Sono anche intervenuti Viviana Pettirossi ( dell’ Università Tor Vergata Roma), Gerry Delfino ( Giardino Letterario) e Suzanne Simone ( Museo del Principato di Monaco). Il convegno ha anche lo scopo di metter in evidenza come Lamboglia, per primo, negli scavi di Ventimiglia, ebbe una straordinaria intuizione che rivoluzionò poi il modo di fare archeologia, non solo in Italia, ma in tutto il mondo: conservare sempre lo sguardo attento alla interdisciplinarietà.

CLAUDIO ALMANZI

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