Salute

Sclerosi Multipla: uno studio di confronto tra l’ecografia e l’angiografia delle vene giugulari

Durante il 28° congresso del Comitato europeo per il trattamento e la ricerca nella sclerosi multipla (ECTRIMS), che si terrà a Lione dal 10 al 13 ottobre, verrà presentato il poster di un interessante studio polacco intitolato “Uno studio prospettico di confronto tra l’ecografia e l’angiografia delle vene giugulari interne nei pazienti con sclerosi multipla“.

Secondo il dr. Marian Simka di Katowice (Polonia), lo studio era finalizzato a verificare l’accuratezza diagnostica degli attuali criteri ecografici dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI).

I risultati dell’ecodoppler sono stati confrontati con i risultati dell’esame di riferimento: la venografia con catetere. Sono state valutate 252 vene giugulari interne in 126 pazienti con sclerosi multipla (SM). Inoltre, sono state valutate le vene giugulari in un gruppo di 13 controlli sani. I loro risultati sono stati valutati nel contesto degli attuali criteri ecografici, proposti da Zamboni, e dei nuovi criteri della Società Internazionale per le Malattie Neurovascolari (ISNVD). Dopo, sono stati valutati 41 differenti parametri ecografici, anche quelli non utilizzati dagli attuali criteri. Questi parametri sono stati confrontati con i risultati venografici.


E’ stato scoperto che, anche se i modelli ecografici suggeriscono che le anomalie di deflusso erano molto comuni nei pazienti con SM, la loro accuratezza diagnostica era limitata. Sono stati trovati almeno due criteri positivi di Zamboni e dell’ISNDV nel 24,6% e nel 41,7% nelle vene dei pazienti con SM, e rispettivamente nel 23,1% e nel 23,1% del gruppo di controllo. Tuttavia, solo il 67,9% delle vene dei pazienti con SM mostrava lesioni venografiche. Di conseguenza, la sensibilità, specificità, il valore predittivo positivo e negativo, i rapporti di probabilità bayesiani positivi e negativi per almeno un criterio positivo di Zamboni erano: 91,8%, 12,3%, 68,9%, 41,7%, 82,5% e 25,2%, e per il criterio dell’ISNVD: 98,6%, 12,3%, 68,6%, 41,7%, 82,1% e 23,0%. L’analisi di regressione multivariata di 41 parametri ecografici ha rivelato alcune variabili che sono state associate a un aumento della prevalenza di anomalie venografiche: nessun flusso rilevato in tutti e tre i segmenti della vena giugulare interna in posizione verticale, picco della velocità di flusso nei segmenti superiori e medi in posizione verticale meno di 24 cm / s, e nel segmento inferiore meno di 88 cm / s, picco della velocità di flusso nel segmento superiore in posizione supina meno di 24 cm / s, sezione trasversale del segmento superiore in posizione supina meno di 8 mm2. Tuttavia, c’era una grande sovrapposizione tra i pazienti venograficamente positivi e negativi, e anche con questi parametri non si è riusciti a creare un insieme affidabile di criteri ecografici.

Al termine dello studio, secondo l’autore, la loro ricerca mostra un netto divario nella comprensione dell’emodinamica venosa e sono necessarie ulteriori ricerche per migliorare l’accuratezza diagnostica in questo campo vascolare. È anche possibile che la venografia con catetere sia in realtà un “gold standard” appannato per la valutazione delle vene giugulari interne e dovrebbe essere usato un approccio multimodale.

Fonte: http://registration.akm.ch/einsicht.php?XNABSTRACT_ID=156617&XNSPRACHE_ID=2&XNKONGRESS_ID=171&XNMASKEN_ID=900

COMMENTO:


Questo studio polacco dimostra in maniera inequivocabile come l’ecografia non sia un metodo diagnostico affidabile per la CCSVI rispetto alla venografia con catetere. I risultati dello studio Cosmo, promosso e finanziato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, condotto senza seguire il protocollo stabilito dal prof. Paolo Zamboni, scopritore della CCSVI nel 2007, non saranno dunque attendibili né definitivi come invece suggerito dai loro promotori.

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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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