Così l’Associazione di pazienti “Ccsvi nella Sclerosi Multipla” contesta i dati dello studio Cosmo resi noti oggi dall’Associazione Italiana Sclerosi Multima (Aism), affermando che lo Studio desta “dubbi di attendibilita”.
Lo Studio, rileva l’Associazione in una nota, “afferma praticamente l’assenza di collegamento tra Sm e Ccsvi. Sono dati che ci lasciano amareggiati ma per nulla stupiti. Lo Studio, infatti, – denuncia l’Associazione – suscita forti dubbi circa la sua attendibilità; infatti l’analisi con diagnosi fatte tramite ecocolordoppler (metodo molto operatore-dipendente) parla del 3% di correlazione tra Sm e Ccsvi, mentre in tutto il mondo diagnosi fatte anche con la venografia, considerato il metodo più sicuro per questo tipo di diagnosi, parlano di percentuali di correlazione altissime”. Secondo l’Associazione, inoltre, lo Studio “è stato gravato da pesanti vizi e carenze metodologiche apertamente denunciate dal professor Zamboni”.
Insomma, rileva l’organizzazione di pazienti, “Cosmo è solo uno dei tanti studi epidemiologici prodotti e solo la valutazione complessiva dei risultati di più studi può condurre a valutazioni conclusive”. Al Congresso europeo sulla Sclerosi Multipla in corso a Lione, rileva infatti, “il gruppo di studio del Canadian Institutes of Help Research ha presentato ad esempio un’analisi degli studi più significativi in materia confermando la forte associazione tra Ccsvi e Sm”. “Riteniamo quindi che Cosmo – conclude l’Associazione – non possa e non debba in nessuno modo condizionare né frenare lo sviluppo della libera ricerca biomedica. In Italia, Cosmo non può e non deve essere utilizzato da nessun ente, soprattutto se pubblico, per ostacolare altre ricerche”.
Fonte: Ansa CR/MB 12-OTT-12 13:34 NNNN