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Conto alla rovescia per salvare dall’industria eolica il paradiso della foresta di BelvedereUn appello per fermare il nostro futuro Meno di 60 giorni per fermare gli impianti eolici che minacciano il parco dei Paduli e il paesaggio delle serre salentine

Un appello per fermare il nostro futuro.

Meno di 60 giorni per fermare gli impianti eolici che minacciano il parco dei Paduli e il paesaggio delle serre salentine.

Il Comitato Cittadino per la Tutela e la Valorizzazione del Paesaggio della Serra di Ruffano “Occhi agli Occhiazzi” lancia un appello urgente a tutto il territorio del cuore del  basso Salento, ai comuni e ai cittadini rientranti nell’area del Parco naturale dei Paduli- Foresta Belvedere e del complesso delle Serre Salentine (*Miggiano,Ruffano,Montesano,Supersano,Specchia*, più fortemente compressi nello skyline; Casarano, Lucugnano – Tricase, San Cassiano, Scorrano, Surano, Botrugno, Maglie, Cutrofiano, Collepasso, Nociglia,) affinché presentino quante più *osservazioni *possibili e facciano sentire la loro voce alla *Regione Puglia* per la difesa del loro paesaggio quotidiano. Abbiamo appreso attraverso gli allarmi lanciati da Tv e giornali quanto questo territorio sia oggi gravemente minacciato: *vi sono solo meno di 60 giorni *per chiedere alla Regione Puglia di *fermare il mega impianto eolico* di gravissimo e sconquassante  impatto ambientale che alcuni progetti vorrebbero realizzare nel feudo di Miggiano e ai confini dei comuni di Ruffano e Montesano Salentino.

* Addirittura questi progetti vanno ad interessare proprio la piana olivetata e acquitrinosa, cuore di massimo pregio ambientale e paesaggistico del Parco Naturale dei Paduli* che rientra però in un progetto di tutela prioritario all’interno del nuovo *PPTR ( Piano Paesaggistico Territoriale della Regione) * della Regione Puglia. Un’area, quella dei “Paduli”, il cui alto valore ambientale è ribadito anche nel *PTCP(Pia no Territoriale di Coordinamento Provinciale) *della Provincia di Lecce.
Se da un lato ai cittadini si chiede di inviare osservazioni avverse a questi progetti, dall’altro si chiede  ai comuni di esprimersi attraverso delibere di giunta e/o di consiglio e puntuali osservazioni da parte dei loro uffici tecnici. Ciò  in coerenza con  la pianificazione territoriale da essi avviata e che si fonda sui concetti di *Parco Naturale dei Paduli *e
di massima tutela delle *Serre Salentine* e da essi ribadita in innumerevoli conferenze pubbliche e convegni, da ultimo quello tenutosi lo scorso 1 ottobre 2012 a Poggiardo in tema dei *SAC ( Sistema Ambientale e Culturale ) sulle Serre Salentine*, tanto quelle *Occidentali* quanto quelle *Orientali*. Una coerenza anche a difesa della filosofia buona delle
energie rinnovabili che questi  mega progetti industriali in aree rurali e /o naturali, assolutamente negano. Energie che devono essere prodotte con impianti ad  impatto nullo sul paesaggio,  quali i fotovoltaici ubicati sui tetti degli edifici più recenti per autoproduzione e autoconsumo dell’energia da parte di famiglie e aziende, con indubbi vantaggi economici
per indotto relativo e per le utenze medesime. Tra l’altro non si può non ricordare come in Regione Puglia, già con correlati gravi impatti per il territorio e i cittadini, si producano quantitativi di corrente elettrica altamente superiori al fabbisogno locale e che vengono pertanto, nelle norme surplus, esportati altrove con correlate perdite ovvie lungo le linee di conduzione elettrica. Non si capisce, pertanto, perché accanirsi ulteriormente contro territori, come quelli salentini, che già tanto contribuiscono a questa iperproduzione.
Il notevole impatto dell’impianto in questione si palesa anche alla luce delle Linee Guida Regionali sulle  innovabili,Regolamento Regionale n.24 del 30 dic. 2010, entrato in vigore il 1 gennaio 2011. Le suddette  linee
guida, oltre a vietare espressamente questi impianti nell’area del *Parco Paduli*, ne vietano anche l’ubicazione al’interno  del cono visuale del raggio di 10 km centrato intorno alla località Crocifisso sulla Serra di Ruffano e proprio nell’una e nell’altra area di divieto le mega pale eoliche dell’impianto in questione alte decine e decine di metri  sono assolutamente ubicate da progetto. Non solo la preziosità del mosaico rurale della contrada di ubicazione fatto di muretti a secco, antiche masserie, casali, incantevoli abituri rurali, anche recentemente restaurati, bucolici rivi campestri e olivi monumentali tutelati, rende pazzeschi questi  devastanti progetti.* A rischio* anche *gli habitat naturali* di pregio in essa presenti, habitat umidi dove vegeta il raro Frassino ossifillo ( Fraxinus angustifolia), relitto importante, insieme
alle innumerevoli specie di querce caducifoglia che ammantano la contrada dell’antica locale *Foresta Belvedere*; dove si deve segnalare inoltre il recente ritrovamento dell’ultimo nucleo salentino della specie di salice
chiamata Salicone (Salix caprea).
Tutti habitat, questi, tutelati dalla *Direttiva Habitat 92/43/CEE,* nei quali vivono anche rari anfibi, espressamente protetti negli allegati di questa direttiva,quali la Raganella, il Tritone italico e il Rospo smeraldino, nonché rettili altrettanto ivi protetti come il Cervone, ecc.
Si tratta anche di un’area ricca di acquitrini stagionali che ospitano anche, come ultimo rifugio, alcune specie di flora rarissime. Tra queste, in particolare per l’area in questione, estesa nel feudo di Montesano Salentino, si cita la felce acquatica Marsilea strigosa  L., scoperta da studiosi, biologi e ricercatori dell’Orto Botanico dell’Università del
Salento – Lecce, in virtù della quale quelle contrade  devono essere ulteriormente tutelate attraverso l’istituzione di specifici *SIC ( Siti di Interesse Comunitario).*
Un habitat, quello dei “Paduli” , frequentato anche da numerosi uccelli protetti dalla  *Direttiva Uccelli 79/409/CEE*, quali la Cicogna bianca, la Cicogna nera e l’Aquila minore, solo per citarne alcuni. Uccelli messi a serio rischio proprio da queste pale eoliche, ormai notorie macchine falcidia – volatili.
E non è solo una questione di impatto sulla biodiversità quella che deve portare la Regione Puglia a non concedere alcuna autorizzazione a questi impianti, ma anche la conseguente compromissione *della qualità della vita
e della salute dei cittadini* a causa dei molteplici inquinamenti provocati da questi aerogeneratori*: inquinamento acustico*, *elettromagnetico e visivo diurno e notturno*; quello notturno in particolare causato dalle
luci di segnalazione aeronautica poste in cima agli aerogeneratori per limitare quei rischi di impatto con aeromobili che già in Sicilia hanno visto mortali impatti di elicotteri contro le pale. L’inquinamento luminoso notturno provocato da queste lampeggianti, alienizzanti, luci rosse nel cielo degraderebbe pesantemente il godimento del firmamento, un bene che sta per essere dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Tutto ciò rappresenta una spada di Damocle sulla fruizione del *Parco dei Paduli* da parte di tanti astrofili salentini che trovano proprio in questo parco uno
dei luoghi più bui e ottimali per l’osservazione notturna e lo studio scientifico del cielo stellato grazie al basso degrado antropologico dell’area. E non si possono tacere i gravi rischi per la vita umana correlati al* lancio di frammenti di pala a seguito di rotture accidentali,*purtroppo sempre più documentate nella letteratura tecnica correlata e che
possono giungere anche ad alcune centinaia di metri di distanza dal luogo di ubicazione dell’altissimo aerogeneratore. Impianti inoltre la cui realizzazione comporterebbe *movimentazioni terra inimmaginabili e sconquassanti*, assolutamente intollerabili in un paradiso naturale e culturale così denso di molteplici micro e macro elementi di altissimo pregio storico, ambientale e paesaggistico.
Si tratta di* impianti* palesemente *anticostituzionali *il cui molteplice impatto rappresenterebbe una violazione palese dell’*articolo 9 *della Costituzione Italiana che afferma che la nostra Repubblica tutela il  paesaggio storico naturale
della nazione i suoi beni culturali e dell’*articolo 32* sulla tutela della salute e della qualità di vita dei cittadini. Impianti così contraddittori da volersi dire anti – ecologici e che negherebbero le economie virtuose di questo territorio fondate e da fondare sul turismo culturale, destagionalizzato e sulle attività di produzione silvo – agro – pastorale
di qualità e di eccellenza in un territorio che chiede,proprio in nome dell’Ecologia vera e non strumentalizzata e speculativa, di essere rimboschito con essenze autoctone e coltivato con le salubri filosofie del biologico.
“Occhi agli Occhiazzi”
  Il Presidente

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