Un dossier dimostra come – tra il 1965 e il 1985 – migliaia di bambini che facevano parte dei boy scouts negli Stati Uniti siano stati vittime di abusi da parte di alcuni adulti dell’organizzazione.
Abusi mai denunciati dall’associazione che, pure, ne era consapevole e che, pur allontanando i molestatori non li denunciò mai alle autorità.
“Perversion file” questo il titolo del file sulla pedofilia pubblicato online su ordine della Corte suprema dell’Oregon.Un rapporto di 14.500 pagine da cui emergono le accuse per atti commessi nell’arco di 20 anni e che vede coinvolte 1.247 capi e volontari dell’organizzazione. Dalle carte risultano molti insabbiamenti e coperture di abusi di esibizionismo e di rapporti sessuali di cui furono vittime migliaia di bambini e ragazzi che spesso venivano minacciati di morte se avessero denunciato i fatti.
Wayne Perry, presidente nazionale dell’associazione, tenta di minimizzare: “Ci sono stati casi in cui alcune persone hanno approfittato della loro posizione per abusare dei ragazzi e, in certi casi, la nostra risposta a questi incidenti e i nostri sforzi di proteggere i giovani sono stati insufficienti, inappropriati o sbagliati. Per i casi in cui persone coinvolte nello scoutismo non sono riuscite a proteggere o, peggio, hanno causato danni ai bambini, porgiamo le nostre più profonde scuse alle vittime e alle loro famiglie”.
Tra i documenti resi pubblici ed esaminati emerge una lettera di un padre del Colorado, al quale era stata assicurata l’espulsione di un supervisore locale degli Scout di nome Joe, che aveva molestato alcuni ragazzi, tra cui i suoi figli, ma che è poi stato avvistato ad un raduno dell’associazione con addosso il distintivo da capo Scout.
